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- Wikiradio 040 - Federico Rampini - La Rivoluzione Culturale Cinese [Mp3 Ita] [TNTvillage] -


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Wikiradio 040 - Federico Rampini - La Rivoluzione Culturale Cinese [Mp3 Ita] [TNTvillage]



Wikiradio
Anno: dal 2011
Genere: Cultura
Durata: LUN - VEN 14.00 - 14.30
Rete: Radio 3
A cura di Federica Barozzi
con Giancarlo Mancini, Clementina Palladini e Lorenzo Pavolini
Le musiche sono scelte dalla redazione di Musicatre





Wikiradio costruisce giorno per giorno una sorta di almanacco di cose notevoli ed utili da sapere per orientarsi nella nostra modernità. Ogni puntata racconta un evento accaduto proprio nel giorno in cui va in onda, intrecciando il passato con il presente, la memoria storica con ciò che oggi essa significa per noi.
Dalla storia all'economia, dal cinema alla scienza, la letteratura, il teatro, le arti visive, la musica, i grandi momenti che hanno segnato un punto di svolta raccontati da esperti, studiosi, critici, con spezzoni di repertorio, sequenze cinematografiche, brani musicali, in un articolato mosaico che vuole restituire agli ascoltatori tutti i significati possibili di un avvenimento.
Il nome ricorda volutamente Wikipedia, infatti il programma auspica di creare una libera enciclopedia di voci narranti.







16-12-2011

FEDERICO RAMPINI

racconta

LA RIVOLUZIONE CULTURALE CINESE


La Grande rivoluzione culturale, lanciata nella Repubblica Popolare Cinese nel 1966 da Mao Zedong, già de facto estromesso dagli incarichi dirigenziali dalla dirigenza del Partito Comunista Cinese, era volta a frenare l'ondata riformista promossa in seno al partito principalmente da Deng Xiaoping e Liu Shaoqi, per ripristinare l'applicazione ortodossa del pensiero marxista-leninista. L'epurazione dei riformisti coinvolse anche l'ex Ministro delle Finanze Bo Yibo, che fu condannato a dieci anni di carcere.
In appoggio a Mao intervenne Lin Biao, ideatore e curatore della prima edizione del "Libretto rosso" che venne pubblica il 16 dicembre 1966, una antologia di citazioni di Mao inizialmente utilizzato per fare propaganda all'interno dell'Esercito di liberazione popolare.
La Rivoluzione culturale era fondata sulla mobilitazione dei giovani, universitari e non, che non fossero iscritti al partito, contro le strutture del partito comunista stesso. Basi teoriche erano il pensiero di Mao sulle "contraddizioni in seno al popolo e al Partito" in cui il processo hegeliano di tesi-antitesi-sintesi non veniva a cessare con la presa del potere da parte dei comunisti, ma continuava incessantemente per evitare fenomeni di imborghesimento del partito stesso.
In ogni città, provincia, qualsiasi Unità di lavoro fu investita dalla critica radicale contro gli esponenti di spicco del Partito comunista. Questi erano costretti all'autocritica e alle dimissioni, sovente seguite da un periodo di rieducazione presso i villaggi contadini più sperduti.
In caso di resistenza da parte delle strutture del partito comunista contro i giovani rivoluzionari - generalmente chiamati "Guardie Rosse" anche se in effetti erano tantissimi gruppi autonomi con molti diversi nomi in lotta spesso anche fra loro, dato che il partito comunista aveva fondato sue proprie organizzazioni similari ma antagoniste - si ricorreva allo scontro fisico, talora anche armato.
Il periodo di caos che ne seguì si interruppe solo nel 1969, tanto che spesso per Rivoluzione culturale si intende solo il periodo 1966-1969. Nel 1969 infatti le Unità di Lavoro e ogni centro dirigenziale burocratico fu affidato a una triplice rappresentanza: del Partito comunista, degli attivisti delle "Guardie rosse" e dell'Esercito di liberazione popolare, che così si trovava nella posizione di garante della stabilità.
Nel 1976 la morte di Mao permise di chiudere la Grande rivoluzione culturale addossando tutte le responsabilità alla Banda dei quattro che, pur avendo fatto parte del movimento, non poteva essere considerata ispiratrice o dirigente della stessa. In questo modo il Partito comunista cinese fu nuovamente in grado di avere il controllo delle leve di comando della Repubblica Popolare Cinese.
Ancora oggi non è chiaro quanti siano stati i morti dovuti alla Rivoluzione Culturale, e le stime degli storici oscillano tra 300.000 e 7 milioni di vittime.





Giornali radio d’epoca del 18.9.1976

Testimonianze di Wu Ningkung (ex professore) e di Chen Yi Zhi (ex studente)
tratte dalla trasmissione televisiva Correva l’anno – Speciale Mao Tze Tung

L’arrivo di Mao Tse Tung in Paradiso di Alberto Camerini







FEDERICO RAMPINI. (Genova, 1956) Giornalista, corrispondente di Repubblica da New York e da Pechino, ha insegnato nelle università di Berkeley e Shangai e ha pubblicato molti saggi su temi economici e geopolitici, con una particolare attenzione al mondo asiatico. Nel 2005 ha vinto il Premio Luigi Barzini per il giornalismo e nel 2006 premio Saint Vincent. Tra i suoi lavori "Il secolo cinese" (Mondadori, 2005), "L'impero di Cindia" (Mondadori, 2006), "L'ombra di Mao" (Mondadori, 2006), "Slow Economy" (Mondadori, 2009) e "Occidente estremo" (Mondadori, 2010), "San Francisco-Milano. Un italiano nell'altra America" (Laterza, 2011), “Alla mia sinistra” (Mondadori, 2011).




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Name..........: Wikiradio 040 - Federico Rampini - La Rivoluzione Culturale Cinese 16-12-2011.mp3
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Audio Freq....: 48KHz
Audio Channels: Stereo


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