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- SATYAJIT RAY - JALSAGHAR - LA SALA DI MUSICA[TNTVILLAGE] -


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Descrizione
SATYAJIT RAY

JALSAGHAR - LA SALA DI MUSICA


:::->LOCANDINA<-:::




LA SALA DI MUSICA

TITOLO ORIGINALE   Jalsaghar
ANNO 1958
PAESE India
REGIA Satyajit Ray
GENERE Drammatico
ATTORI PRINCIPALI Chhabi Biswas, Padma Devi, Gangapada Basu, Kali Sarkar, Roshan Kumari
DURATA - FOTOGRAFIA 93\' - bianco e nero


:::->SCREENSHOT<-:::



:::->TRAMA<-:::

Bengala, anni Venti: dopo essere andato in rovina per il piacere della musica e l’orgoglio di dare raffinati concerti, l’improvvisa morte del

figlio e della moglie fanno cadere Biswambhar Roy nella piu’ cupa delle solitudini: solo la voglia di dare una lezione a un ricco ma volgare vicino gli fara’

aprire nuovamente la sala di musica per un ultimo, straordinario concerto con la ballerina Krishna Bai.



:::->RECENSIONE<-:::

In Jalsaghar, il regista Satyajit Ray esamina lo storico conflitto tra la nobiltà terriera e la nuova classe borghese, tra quelli che abitano nel passato e

quelli che abbracciano il futuro. Utilizzando lo stesso meticoloso, non forzato stile impiegato nella sua celebrata Trilogia di Apu, Ray esplora come il

bisogno di un uomo di uno stile di vita sontuoso porti inesorabilmente alla sua completa rovina. E\' un\'affascinante istantanea della cultura indiana degli

anni \'30, nonchè un racconto accurato dei pericoli che provengono dall\'eccesso di auto-compiacimento.
Ray ha girato Jalsaghar tra il secondo (Aparajito) e il terzo (Apur Sansar) capitolo della trilogia di Apu. Dopo due film (Pather Panchali, Aparajito) che

trattavano in una prospettiva intima le vicende di una famiglia povera, Ray si sposta all\'altro capo dello spettro sociale, a quelli che vivono nei palazzi,

che comandano legioni di servi, e che danno feste sontuose. La tragedia, ovviamente, non fa differenze di classi, e le perdite hanno ugual peso sia per Apu

che per il protagonista di Jalsaghar, Huzar Biswambhar Roy (Chhabi Biswas). le loro reazioni alla tragiche circostanze sono prevedibilmente differenti -- Apu

continua a lottare; Huzar si arrende. [...] Nella trilogia di Apu, Ray ci porta nel mondo del protagonista, incoraggiandoci a simpatizzare con Apu attraverso

i suoi trionfi e le sue tragedie. In Jalsaghar, l\'approccio dell\'autore è differente. Distacca il pubblico dai personaggi, permettendoci di osservare la

cultura e gli eventi da una prospettiva distaccata. Come risultato, mentre questo film difetta della sublime bellezza e della forza della semplicità che

ritroviamo nelle pellicole dedicate ad Apu, non perde però del suo fascino di evoluzione intellettuale. Ciò non significa che Jalsaghar non produce impatto

emotivo, ma l\'intento è differente. Tuttavia lo spettatore non condivide la disperazione di Huzar, ha pietà di lui, imputa al protagonista di essere egli

stesso la causa della sua rovina.
Analizzato insieme alla trilogia di Apu, Jalsaghar stimola studi affascinanti di similitudini e contrasti, e ci aiuta a vedere un altro livello della

maestria cinematografica di Ray. E\' un film di una gran forza visiva [...]. Se è vero che questo film non raggiunge le vette raggiunte da Aparajito e Apur

Sansar, è pur vero che l\'opera merita comunque il suo posto di rilievo all\'interno della lista dei capolavori dell\'autore.



:::->SATYAJIT RAY<-:::



NUOVA DELHI . E morto ieri a 70 anni, nella clinica di Calcutta dove si trovava da gennaio per problemi cardiaci, il regista indiano Satyajit Ray, decorato

da poco, in ospedale, con l\' Oscar. In un viaggio in Europa, in Italia alla fine degli anni \' 40 scopre il neorealismo. Ma il primo contatto col cinema fu

Jean Renoir, che nel \' 51 girava in India \"Il fiume\": Ray, aiuto regista, abbandono\' pittura e pubblicita\' per darsi al cinema. Famosa e\' la \"trilogia\" di

Apu, dal \' 55 al \' 59: \"Il lamento del sentiero\", \"L\' invitto\" (Leone d\' oro a Venezia nel \' 57) e \"Il mondo di Apu\"; l\' ultimo, \"Lo straniero\", era alla

Biennale \' 91. \"Passaggio in India\" gli fu \"soffiato\" da Lean. Il regista bengalese, padre del cinema indiano (e fondatore del primo cineclub) celebrato alla

Mostra di Pesaro dell\' 85, nacque a Calcutta nel \' 21 da una famiglia di artisti. Orfano di padre a 2 anni, studio\' all\' universita\' con Tagore (lo celebro\'

con un documentario) e diresse 35 film, tra cui \"Pather Panchali\", \"La sala di musica\", \"Tuono lontano\", \"I giocatori di scacchi\", \"La casa e il mondo\", \"La

grande citta\' \" (Orso d\' oro a Berlino), \"Il mediatore\", \"Company limited\". Ha vissuto appartato dal resto del cinema, concedendosi poco alla stampa. Talento

eclettico, ha musicato i suoi film e rifondato la rivista \"Sandesh\", intervenendo come scrittore. Qualcuno sbuffo\' davanti al video alla recente cerimonia

degli Oscar, molti eccepirono: perche\' turbare una serata di festa facendo parlare un moribondo? Ma le parole di Satyajit Ray dal suo letto all\' ospedale di

Calcutta suonarono nobili e alte nel riconoscere il primato del cinema americano nell\' immaginario del XX secolo. Sicuramente toccato dall\' onore di ricevere

l\' Academy Award, il grande maestro volle concedersi un\' amabile contraddizione pur avendo rappresentato per tutta la sua carriera l\' esatto contrario di

Hollywood. Oggi gli italiani che leggono i nostri commenti sulla morte di Ray devono crederci sulla fiducia perche\' dei suoi 35 titoli solo uno \"L\' invitto\",

e\' apparso sui nostri schermi. Anche nel resto d\' Europa la sua opera e\' stata per lo piu\' confinata nei festival: scoperto a Cannes nel \' 56 con \"Pather

Panchali\", il film d\' esordio la cui lavorazione si protrasse per tre anni, laureato a Venezia l\' anno seguente con il Leone d\' oro a \"L\' invitto\" (si

ricorda ancora l\' arrogante polemica di Visconti, battuto con \"Le notti bianche\", trionfatore a Locarno nel \' 61 (\"Tagore\" e in varie occasioni successive

alla Berlinale. Ma anche dopo la memorabile personale della Mostra di Pesaro i suoi film varcarono raramente la cerchia degli specialisti. Scompare con l\'

autore di \"I giocatori di scacchi\" una figura di straordinario rilievo del cinema mondiale, che per l\' eclettismo e la forza espressiva si potrebbe definire

il Kurosawa indiano, pur avendo sempre privilegiato le storie intime sull\' epopea. Scrittore (Einaudi ha tradotto il suo libro di racconti \"La notte dell\'

indaco\", grafico, pittore, musicista, era versato in molti talenti. Figlio di un poeta, intimo di Tagore, servizievole compagno di Jean Renoir durante il

soggiorno del francese in India, arrivo\' al cinema relativamente tardi. Vissuto per qualche anno a Londra, si considerava un mediatore fra l\' Europa e il

mondo indiano: amava i classici della nostra tradizione musicale, studiava i pittori occidentali e gli dispiacque molto di non riuscire a girare \"Passaggio

in India\" dal romanzo di E.M. Foster. Folgorato da \"Ladri di biciclette\", trasferi\' il neorealismo nelle vie della sua citta\' creando cosi\' i capolavori

della \"Trilogia di Apu\", ma ripeteva spesso che gli insegnamenti di una cultura \"altra\", per dare frutti nel suo continente devono venir convenientemente

adattati: per esempio a Calcutta la pratica di filmare in mezzo alla gente vera non puo\' venir difesa dalla polizia, a rischio di provocare una sommossa, e

bisogna ricorrere alla persuasione. Sicche\' Ray, autore unico dei suoi film, si caricava anche di questo ennesimo fardello. Spesso ricorrendo a romanzi

grandi e piccoli della tradizione bengali, a volta inventando le sue storie da se\' , il regista seppe mescolare psicologismo e naturalismo, lirismo e

antropologia. Dell\' Italia si innamoro\' nel buio di una sala cinematografica e nel lontano 1951, proprio mentre i nostri ministeriali protestavano che lo

sciorinare i panni sporchi ci danneggiava all\' estero, scrisse queste parole lusinghiere per noi e autoprofetiche per lui: \"Il cineasta indiano deve guardare

la vita, la realta\' . Il suo ideale non deve essere De Mille, ma De Sica\". Tullio Kezich


:::->RAPPORTO AVINAPTIC<-:::


[ Info sul file ]

Nome: La Sala Di Musica.avi
Data: 15/07/2009 18:43:09
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[ Info generiche ]

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[ Analisi DRF ]

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Rapporto generato da AVInaptic (18-11-2007) in data 16 lug 2009, h 00:28:59



:::->NOTE FINALI<-:::
Durata: 93\'
Lingue: BENGALI  
Sottotitoli: ITALIANO - INGLESE - FRANCESE - SPAGNOLO


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Size 1.27 GB
Completato 31x
Aggiunto 19.07.09 - 17:07:37
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