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- FRANCO PIAVOLI - IL PIANETA AZZURRO[TNTVILLAGE] -


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Descrizione


Il gruppo SPG è lieto di presentarVi:

FRANCO PIAVOLI

IL PIANETA AZZURRO


:::->LOCANDINA<-:::



Titolo originale: Il pianeta azzurro

Paese: Italia
Anno: 1982
Durata: 88\'
Colore: colore
Genere: documentario
Regia: Franco Piavoli
Soggetto: Franco Piavoli
Sceneggiatura: Franco Piavoli

Interpreti e personaggi

   * Attori non professionisti.

Montaggio: Franco Piavoli

Premi:
7 premi vinti, tra cui il premio AGIS al Festival di Venezia e il Nastro d\'Argento al miglior regista esordiente (1982)


:::->TRAMA<-:::

Il film parte da alcuni versi dal De rerum natura di Lucrezio per documentare poeticamente i fenomeni e le meraviglie della natura, offerti al nostro sguardo distratto di abitanti di un mondo di plastica: un racconto del mondo che ci appartiene ma che non conosciamo. Il cosmo è contemplato nei suoi contrasti: da una parte la tenera bellezza, all\'altra l\'affannarsi, la fatica, la crudeltà della vita.


:::->RECENSIONE<-:::

“ Scusi, cos\'è la vita? ”. Chi avesse ancora voglia di porre la domanda all\'Ufficio Informazioni del Padreterno potrebbe legittimamente sentirsi rinviato alla visione del Pianeta azzurro. “ Opera prima ” di un pittore bresciano in vista dei cinquanta, insegnante di diritto all\'Istituto tecnico di Desenzano, e che già negli anni Sessanta vinse trofei ai concorsi per cineamatori di Montecatini, Il pianeta azzurro condensa infatti in un modo molto schietto la risposta che un poeta contadino darebbe al filosofo più sofisticato: la vita è la storia della natura, attraversata da molti curiosi animali che la abitano per una briciola di tempo, amandosi e stupidamente litigando, mentre essa con suprema indifferenza si distrugge e rinnova: mistero che si replica, e concerto di suoni e colori, al quale l\'uomo dà un senso soltanto perché il nervo ottico e il nervo acustico sono predisposti a correlarli col cervello.
Derivato dal cortometraggio Stagioni che Piavoli realizzò vent\'anni fa, il film è l\'equivalente, tecnologicamente aggiornato, di quelli che il cinema muto chiamava “ cinepoemi ”; un susseguirsi di immagini, molto spesso a macchina fissa, in cui si riflette l\'armonia del creato: stagni e ruscelli, bave di cielo, palpiti di spore, gocce e pietre, onde di vento sui campi, temporali e ciuffi d\'erba. Secondo le regole di un elegante documentario naturalista, che però a poco a poco assume il sapore di una partitura lirica perché i vari elementi figurativi, cromatici e fonici si fondono in un affresco di arcana e remota malinconia, al quale partecipano momenti elementari della vita umana (il pasto, il sonno, il pianto, l\'amore, il gioco, il lavoro), sentiti da Piavoli come frammenti dell\'equilibrio cosmico.
Il pianeta azzurro si apre con una citazione da Lucrezio, mette in bocca a qualche figura umana che rapidamente trascorre sullo schermo una lingua a noi incomprensibile - forse un dialetto bresciano - incrocia la voce dei bimbi e dei vecchi con gli squittii degli uccelli e i rumori delle macchine agricole, chiama a rompere il cielo i rombi degli aerei. Per qualche verso sulla scia di Ermanno Olmi, Piavoli celebra una civiltà senza Tv, ma non senza risse, macchine e domestiche speranze. Se fra i suoi modelli di poesia ha da esservi Giovanni Pascoli, la sua cultura si esprime nella confidenza con la pittura astratta da un lato e i paesaggisti romantici dall\'altro. Piavoli, che ha girato nella Val Bruna, non è un ottimista ad ogni costo (anche le foglie si ammalano, anche sui campi volano i corvi): il suo panteismo è caldo di stupore e di pietà per gli ospiti della vita. Sapessimo ascoltarlo, sapessimo purgarci gli occhi, accetteremmo anche il male.

:::->FRANCO PIAVOLI<-:::



Franco Piavoli è un bresciano di Pozzolengo. In questo splendido villaggio dell’entroterra gardesano, in un’antica casa situata nel centro del paese, Piavoli è nato nei primi anni Trenta e tuttora risiede con la moglie Neria e il figlio Mario.
Dopo una svogliata laurea in Legge, un altrettanto faticoso praticantato, si ferma prima dell’accesso alla professione forense e si dedica all’insegnamento del Diritto nelle scuole superiori. Sono gli anni Sessanta, e in  Franco, che da sempre coltiva una passione per la poesia, la pittura, la musica (specie le composizioni polifoniche dei grandi maestri francesi) e per la fotografia, comincia a emergere la voglia di fare cinema.
Amore per il cinema che non tarda a fornire risultati di prestigio: Le stagioni (1961), Domenica sera (1962), Emigranti (1963), Evasi (1964), cortometraggi premiati in vari festival nazionali ed esteri, danno la misura di un approccio alla materia che offre qualità, spessore poetico e originalità stilistica.
Sono i sognatori che salveranno il cinema: e infatti Piavoli guarda le cose di ogni giorno rendendole nuove; microcosmi nascosti allo sguardo disattento dell’uomo sono recuperati da quello meticoloso di un sognatore che sa scovare il bello e l’emozione nel quotidiano. Piavoli, è ormai chiaro, ha qualcosa da dire e sa come dirla. Eppure per vent’anni non gira più nulla: forse per non ancorarsi a un modo consolidato di fare cinema, forse per attendere i tempi e l’occasione giusta o forse, più realisticamente, per documentarsi e predisporre un ritorno a più alti livelli.
Giungono infine gli anni Ottanta, una decade per tanti versi non esaltante. Anche il cinema sembra assopito in un torpore che sa di stanchezza, reiterazione di vecchi canoni espressivi, assenza di novità. In questo clima di stagnazione il primo lungometraggio di Piavoli, Il pianeta azzurro (1982), si impone come un raggio di sole, un gioiello in grado di riscattare la languente scuola registica italiana, indicando nuove strade e un modo diverso di fare cinema.
Chi, come Piavoli, sa rapportarsi alla vita ogni volta con immutato stupore non soffre di crisi di ispirazione, ma ha bisogno di tempi lunghi per dare forma alle idee, alle emozioni, alle suggestioni. Bisogna così attendere il 1989 per il secondo lungometraggio di questo regista-artigiano (e la definizione vuole esaltarne la personale disposizione a fare direttamente - con il solo prezioso aiuto della moglie Neria e ora anche del figlio Mario - tutto ciò che attiene al film), Nostos. Il ritorno, e poi, dopo altri sette anni di gestazione e lavoro sul campo, Voci nel tempo (1996).In questi anni Piavoli, che inizierà nella prossima estate le riprese di un nuovo film, per ora alquanto misterioso nel soggetto, non si è limitato al cinema: nel suo curriculum figurano regie teatrali (Suor Angelica di Puccini, La forza del destino di Verdi, Norma di Bellini) e il ritorno all’insegnamento, stavolta a livello accademico, con il corso di Istituzioni di Regia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia.

FILMOGRAFIA

1953  Uccellanda, cm in b/n
1954  Ambulatorio, cm in b/n
1955  Incidente, cm in b/n
1961  Le stagioni, cm a colori
1962  Domenica sera, cm a colori
1963  Emigranti, cm in b/n
1964  Evasi, cm in b/n
1982  Il pianeta azzurro, lungometraggio a colori
1986  Lucidi inganni, cm a colori
1986  Il parco del Mincio, cm a colori
1989  Nostos. Il ritorno, lungometraggio a colri
1996 Voci nel tempo, lungometraggio a colori





:::->CARATTERISTICHE DEL DVD9<-:::

Durata: 88\'
Lingue: Rari interventi musicali per il resto suoni della natura
Sottotitoli: Non presenti
Formato Video: 4:3
Compressione: NESSUNA
Programmi utilizzati: DVD Decrypter
Contenuti Extra: INTERVISTA A FRANCO PIAVOLI - CORTOMETRAGGIO EVASI




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Peers seeds: 5 , leech: 21
Size 4.79 GB
Completato 27x
Aggiunto 27.04.09 - 10:04:08
Uploader   loris2
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