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- BACH - EASTER AND ASCENSION ORATORIOS[TNTVILLAGE] -


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Categoria bittorrent Musica
Descrizione
JOHANN SEBASTIAN BACH (1685-1750)

EASTER AND ASCENSION ORATORIOS

BWV 249 - BWV 11


MASAAKI SUZUKI

::->COVER<-::



::->DATI ALBUM<-::


Autore: Johann Sebastian Bach
Titolo: Easter Oratorio BWV 249 Ascension Oratorio BWV 11
Genere: Musica Classica
Anno: 2005
Etichetta: Bis Records AB durata 70\'28\'\'
Esecutori: Yukari Noonoshita, (soprano); Patrick van Goethem, (counter-tenor); Jan Kobow, (tenor); Chiyuki Urano, (bass)
Liliko Maeda, (transverse flute); Masamitsu San’nomiya, (oboe d’amore); Hidemi Suzuki, (cello); Naoya Otsuka (harpsichord); Naoko Imai, (organ).
Bach Collegium Musicum Japan/Masaaki Suzuki
rec. Kobe Shoin Women’s University Chapel, Japan, May 2004.


::->TRACKLIST E NOTIZIE VARIE<-::



01 - 249 Sinfonia
02 - 249 Adagio
03 - 249 Chorus-Kommt, eilet und laufet
04 - 249 Recitativo-O kalter männer sinn
05 - 249 Aria-Selele, deine spezereien
06 - 249 Recitativo-Hier ist die gruft
07 - 249 Aria-Sanfte soll mein todekummer
08 - 249 Recitativo-Indessen seufzen wir
09 - 249 Aria-Saget, saget mir geschwinde
10 - 249 Recitativo-Wir sind erfreut
11 - 249 Chorus-Preis und dank
12 - 11 Chorus-Lobet gott in seinen Reichen
13 - 11 Recitativo-Der Herr Jesus hub seine hände auf
14 - 11 Recitativo-Ach, Jesu, ist ein Abscheid schon so nah
15 - 11 Aria-Ach, bleibe doch, mein liebstes Leben
16 - 11 Recitativo-Und ward aufgehaben zusehends
17 - 11 Choral-Nun lieget alles unter dir
18 - 11 Recitativo- Und da sie ihm nachsahen
19 - 11 Arai-Jesu, deine Gnadeblicke
20 - 11 Choral-Wenn soll es doch geschehen

L’Oratorio di Pasqua è il frutto di un adattamento quasi integrale di una precedente opera profana: infatti, nella prima stesura (BWV 249a), l’opera fu concepita per celebrare il compleanno del duca Christian di Sassonia-Weissenfels (25 febbraio 1725), ma dopo alcune settimane l’originale cantata augurale venne riutilizzata con un nuovo testo letterario, al ne di celebrare la Pasqua.
Le due opere furono successivamente rimaneggiate da Bach: la versione sacra del brano, a seguito di due diversi interventi, venne denominata “Oratorio” e il terzo numero da duetto (per tenore e basso) trasformato in coro a quattro voci.
Dopo il prologo strumentale (nn. 1 e 2), la vicenda si apre con il coro (n. 3) nel quale gli apostoli Pietro e Giovanni esortano ad avviarsi con gioia verso il sepolcro per constatare la Resurrezione di Cristo.
Nel recitativo successivo, a quattro voci, i due apostoli incontrano Maria Maddalena e Maria di Cleofa: quest’ultima, nella successiva aria con auto obbligato, in adagio (n. 5), aerma l’inutilità degli aromi di sepoltura per il Cristo risorto, cui si addicono invece le corone d’alloro.
La narrazione prosegue nel recitativo a tre (n. 6), nel quale Maria Maddalena, Giovanni e Pietro constatano lo spostamento della pietra sepolcrale e il sudario vuoto di Gesù.
La successiva aria di Pietro (appartenente alla tipologia della cosiddetta “aria del sonno”) è una meditazione sulla morte che, dopo la prova della Resurrezione di Cristo, non ha più motivi per causare dolore e angoscia nell’uomo.
Ritornano in scena le due Marie, con un recitativo-arioso (n. e poi con un’aria della sola Maria Maddalena (n. 9, con oboe obbligato) che esprimono l’ardente desiderio di rivedere l’amato Maestro.
L’opera si conclude con il recitativo di Giovanni e il coro nale nei quali si invita a gioire per il compimento della Salvezza

L’oratorio per l’Ascensione LOBET GOTT IN SEINEN REICHEN (Lodate Dio nel suo regno), BWV 11 - Per 1\'ampiezza e la particolare natura del lavoro, questa cantata sta fra le più importanti composizioni sacre di Bach. Si presume che essa sia stata eseguita a Lipsia non prima del 1733. Opera, quindi, della più fruttuosa maturità, e opera indiscutibilmente monumentale. Argomento del testo poetico, composto con ogni probabilità dal Picander, è l\'Ascensione, un tema avvincente, che ha fortemente impressionato la sensibilità artistica di Bach e commosso la sua fede di artista cristiano. Quale visione più fulgida del Dio the sale in cielo, dopo le fasi tragiche della Passione e la vittoria della Resurrezione? Ma quale dolore più fondo, più lacerante per questa estrema dipartita di Gesù, in tutte le anime the lo vorrebbero eternamente accanto? Ecco 1\'antitesi: nel trionfale epilogo della vita del figlio di Dio, piange 1\'umanità di Colui che per essa è  morto sulla croce ed ora sale al trono celeste. Da un lato inni giocondi e osannanti, dall\'altro lagrime e implorazioni. Al di sopra di tutto ciò sta il desiderio intenso di rivedere Gesù e di baciare in lui il Salvatore e il Redentore.
Su tale piano emotivo si svolge la cantata, con il coro d\'apertura, con i vari recitativi ed arie e il corale di chiusa. Bach ha considerato, e non senza ragione, questo suo lavoro come un vero e proprio Oratorio. La suddivisione di esso in due parti distinte (contrariamente all\'uso delle cantate dell\'epoca), e la presenza di uno storico con la specifica funzione di tramandare il ricordo dei fatti nel loro reale svolgimento - giustificano appieno il titolo bachiano dell\'opera: Oratorium - Festo Ascensionis Christi (<< Himmelfahrts - Oratorium >>.
Abbagliante il coro d\'apertura. Con copiosi colori, che gli squilli delle trombe accendono di sprazzi balenanti, ascende e si sviluppa la grande lode a Dio. Materiale tematico ed elaborazione appaiono fusi in una stretta unità. La forma e nello schema dell\'aria col da capo: una prima parte, preceduta da un\'introduzione orchestrale che viene alla fine ripresa come chiusura del coro; una seconda, con un altro elemento tematico sincopato e relativi sviluppi; una terza, con la riesposizione integrale della prima parte. A detta dello Schering, questo coro d\'apertura fu probabilmente scritto in origine per una cantata profana, la cui musica è andata perduta. L\'esistenza del coro nell\'Oratorio sarebbe quindi il frutto di un\'opera di trasposizione realizzata da Bach, opera che in tal modo salvò e permise che fosse tramandato alla posterità uno dei brani più opulenti delle glorificazioni bachiane della divinità.
I recitativi dell\'Evangelista sono concisi e bene stagliati. Le fonti del testo sono tratte da Luca e da Marco. Un significante episodio è  nel quarto recitativo, dove l\'Evangelista intesse dalla quinta battuta un duetto con il basso, prendendo il ruolo di << primo >>. Le figurazioni a canone rendono assai interessante questo duo vocale, e la pura forma declamatoria del recitativo si trasmuta in una specie di recitativo-arioso. Bach non si è lasciato sfuggire l\'occasione di simboleggiare musicalmente l\'immagine dell\'Assunzione con una scala ascendente nell\'ambito di una ottava:
I brani the dipingono il dolore e le implorazioni sono i seguenti: uno scultoreo recitativo del basso the mirabilmente rappresenta le « calde lagrime the scorrono >> , l\'aria del contralto e un recitativo pure per contralto. L\'aria Ach, bleibe doch, meine liebstes Leben >> (Ah, rimani dunque, mia amatissima vita!) rispecchia l\'anelito religioso di Bach in tutta la sua intensità. Si può  definire questo suggestivo canto bachiano una preghiera supplicante. La voce ascende, seco portando tutta la tensione degli accenti e dei singulti; e mira a impietosire il Dio che sta per abbandonare la terra per il regno dei cieli. Quanto umana e appassionata sia questa musicale preghiera, lo si vede anche dalla generale stesura strumentale: i violini collaborano infatti intensamente con la parte vocale solista, realizzando un dialogo concertato. Allorché Bach concepì quest\'aureo brano, necessariamente dovette patire nell\'<< intimo del più intimo di sé >> il silenzioso travaglio d\'una preghiera, la quale, per la sua palpitante interiorità, doveva avere molti punti di contatto con quel < desiderio > di S. Agostino che << si fa di per se stesso preghiera >> anche quando non è espresso con parola, bensì soltanto con il pensiero. E di tale penetrante forza dello spirito, di questo spasimo drammatico e umano, fa fede tutta l\'aria con il suo inquieto cromatismo, con i suoi passaggi violinistici the implorano con gli intrecci affettuosi della voce e dei violini allo unisono.
Nella Passione secondo S. Matteo si trovano delle arie the per grandezza espressiva possono stare alla pari di questa, parzialmente da Bach trasferita alcuni anni più tardi nell\' << Agnus Dei >> della Messa in si min.
L\'unità della composizione è serrata. Il corale posto alla fine della prima parte dell\'oratorio - << Nun lieget alles unter dir, dich selbst nur ausgenommen >> (Ora tutto e sotto di te, escluso te stesso) - si apre con straordinaria spontaneità dopo il recitativo dell\'Evangelista < Und ward aufgehoben zusehens, and fuhr aufgen Himmel >> (E fu innalzato e portato in cielo). Fervore di gloria e di gioia regna più avanti anche nel secondo corale, quello che conchiude 1\'oratorio. Esso è  preceduto da un\'aria per soprano, con due flauti e un oboe; al posto del << continuo >> agiscono violini e viole, in un\'atmosfera quartettistica sulla quale sono trapunti i disegni e i colloqui della voce e dei fiati. Il carattere di questo brano è amorevolissimo.
Grandioso il corale di chiusa. In tempo di 6/4 le trombe lanciano il loro tema squillante, mentre il ritmo dei timpani lo sottolinea. Note lunghe nel soprano. Fra un versetto e l\'altro del corale, la rutilante cascata di semicrome che flauti, oboi e violini avevano lasciato scorrere nella cornice introduttiva, riempie di sé i brevi silenzi del coro. La parte centrale è ravvivata da un brano concertante, il cui materiale tematico è quello dell\'introduzione. Il disegno passa da uno strumento all\'altro con somma eleganza e flessibilità: alla ripresa del corale, nel momento in cui il soprano continua ad eseguire quelle note lunghe sotto le quali le altre voci contrappuntano, si elabora in un denso tessuto polifonico. Elementi tematici, tolti dai motivi già esposti dall\'orchestra, entrano nel dominio riservato alle voci, cosi da imporre soprattutto al basso uno sforzo tecnico eccezionalmente aspro. Cosa davvero sorprendente e che, malgrado questa tirannica imposizione all\'ugola dei cantori, la disciplina di stile non ne soffra. Essa e tanto possente nei fitti lineamenti polifonici, che la pur tormentata stesura vocale (comune  a quella di molta musica che anche Beethoven scriverà sotto l\'empito di un\'ispirazione per nulla riguardosa di una tecnica vocale normalizzata entro i suoi naturali confini) non la compromette e non ne pregiudica la granitica compattezza. Con la ripetizione dell\'introduzione strumentale in forma di << coda >> , l\'Oratorio ha termine.


::->BIOGRAFIA DI MASAAKI SUZUKI E BACH COLLEGIUM JAPAN<-::



Nato a Kobe in Giappone nel 1954, Masaaki Suzuki ha iniziato a suonare l’organo
a dodici anni in chiesa, durante le celebrazioni liturgiche domenicali. Dopo il
diploma in composizione e organo, conseguito all’Accademia delle Belle Arti di
Tokyo, ha proseguito gli studi di organo e clavicembalo presso il Conservatorio
Sweelinck di Amsterdam sotto la guida di Ton Koopman e Piet Kee.
Nel 1980 ha vinto il secondo premio per il basso continuo al Concorso per
clavicembalo e, nel 1983, il terzo premio al Concorso per organo al Festival
delle Fiandre di Bruges. Dal 1981 al 1983 è stato docente di clavicembalo alla
Staatliche Hochschule für Musik di Duisburg in Germania. In qualità di
organista ha tenuto concerti in Francia, Italia, Germania, Olanda, Svizzera,
Austria. Al suo rientro in Giappone ha intrapreso un’intensa attività
concertistica, dando vita ad una serie di concerti nella Cappella
dell’Università Femminile Shoin, a Kobe, che ospita un importante organo
francese classico costruito da Marc Garnier. Nel 1990 Masaaki Suzuki ha
fondato il Bach Collegium Japan, complesso barocco su strumenti d’epoca,
affiancato da un coro, del quale è direttore musicale. Con questi ensemble ha
eseguito l’integrale della musica vocale bachiana con una registrazione
discografica unanimemente apprezzata ed elogiata dalla critica. In qualità di
direttore, Suzuki collabora regolarmente con solisti e gruppi musicali europei
di primo piano. Nel 1995 e 1997 è stato invitato da Philippe Herreweghe presso
le Académies Musicales di Saintes (Francia) a dirigere il Collegium Vocale.
È docente di organo e clavicembalo presso l’Accademia di Belle Arti di Tokyo.
Nell’aprile del 2001 è stato insignito in Germania con “Das Verdienstkreuz
am Bande des Verdienstordens der Bundesrepublik”. Nel 2003 ha ricevuto il
“Shoichi Tsuji & Anna Miura Memorial Academic Prize”. In campo
discografico Masaaki Suzuki ha realizzato la registrazione integrale delle
composizioni per clavicembalo di J.S. Bach.
È stato ospite delle Settimane Bach nel 2001

Fondato nel 1990 da Masaaki Suzuki – che ne è tuttora il direttore musicale –
il Bach Collegium Japan nasce con l’intento di introdurre il pubblico
giapponese alle esecuzioni delle grandi opere del periodo barocco. Si dedica in
particolare a Johann Sebastian Bach e ai compositori della musica
protestante tedesca della sua sfera musicale, quali Dietrich Buxtehude,
Heinrich Schütz, Johann Schein e Georg Böhm. Il Bach Collegium Japan è
composto da un’orchestra barocca e da un coro. Il repertorio comprende
capolavori di grande peso quali la Passione secondo Matteo di Bach, il
Messiah di Händel, i Vespri della Beata Vergine di Monteverdi, ma anche
opere di più rara esecuzione per solisti e piccoli gruppi da camera. Il Bach
Collegium Japan ha sede a Tokyo e Kobe, ma si esibisce in tutto il Giappone.
In occasione del 250º anniversario della morte di J.S. Bach, è stato
ripetutamente ospite di istituzioni musicali internazionali.
È stato ospite delle Settimane Bach nel 2001.
Joanne Lunn, Christina Landshamer, Minae Fujisaki, Yoshie Hida,
Naho Kashiwabara, Aki Matsui, soprani
Hiroya Aoki, Tamaki Suzuki, Chiharu Takahashi, Sumihito Uesugi, contralti
Yusuke Fujii, Satoshi Mizukoshi, Katsuhiko Nakashima, Jun Suzuki, tenori
Daisuke Fujii, Yoshitaka Ogasawara, Chiyuki Urano, Yusuke Watanabe, bassi
Ryo Terakado, Azumi Takada, Yuko Araki, Paul Herrera,
Madoka Nakamaru, Yukie Yamaguchi, violini
Mika Akiha, Hiroshi Marita, viole
Hidemi Suzuki, Antje Geusen, violoncelli
Robert Franenberg, contrabbasso
Kiyomi Suga, Liliko Maeda, flauti traversi
Kiyotaka Dosaka, Yukiko Murakami, fagotti
Masamitsu San’nomiya, Atsuko Ozaki, Rei Ishizaka, oboi e oboi d’amore
Toshio Shimada, Hidenori Saitoh, Ayako Murata, trombe
Olivier Darbellay, corno da caccia
Maarten Van Der Valk, timpani
Masato Suzuki, cembalo
Naoko Imai, organo


::->DATI TECNICI E NOTE<-::

CD IN FORMATO APE + CUE
COVER E BOOKLET ALLEGATI





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