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- Pietro Antonio Locatelli - L Arte Del Violino[TNTVILLAGE] -


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Categoria bittorrent Musica
Descrizione
PIETRO ANTONIO LOCATELLI
(1695-1764)


L\'ARTE DEL VIOLINO OP.3

::->COVER<-::



::->DATI ALBUM<-::


Autore: PIETRO ANTONIO LOCATELLI
Titolo: L\'ARTE DEL VIOLINO
Genere: Musica Classica
Anno: 1994
Etichetta: HYPERION
Esecutori: Raglan Baroque Players
with Elizabeth Wallfisch
Conducted by Nicholas Kraemer

Total Playing Time: [58:09]  



::->TRACKLIST<-::


Disc: 1
1. Concerto No. 1 In D Major: Allegro
2. Concerto No. 1 In D Major: Capriccio
3. Concerto No. 1 In D Major: Largo
4. Concerto No. 1 In D Major: Allegro
5. Concerto No. 1 In D Major: Capriccio
6. Concerto No. 2 In C Minor: Andante
7. Concerto No. 2 In C Minor: Capriccio
8. Concerto No. 2 In C Minor: Largo
9. Concerto No. 2 In C Minor: Andante
10. Concerto No. 2 In C Minor: Capriccio
11. Concerto No. 3 In F Major: Andante
12. Concerto No. 3 In F Major: Capriccio
13. Concerto No. 3 In F Major: Largo
14. Concerto No. 3 In F Major: Vivace
15. Concerto No. 3 In F Major: Capriccio
16. Concerto No. 4 In E Major: Largo - Andante
17. Concerto No. 4 In E Major: Capriccio
18. Concerto No. 4 In E Major: Largo
19. Concerto No. 4 In E Major: Andante
20. Concerto No. 4 In E Major: Capriccio
Disc: 2
1. Concerto No. 5 In C Major: Largo
2. Concerto No. 5 In C Major: Capriccio
3. Concerto No. 5 In C Major: Adagio
4. Concerto No. 5 In C Major: Allegro
5. Concerto No. 5 In C Major: Capriccio
6. Concerto No. 6 In G Minor: Largo - Andante
7. Concerto No. 6 In G Minor: Capriccio
8. Concerto No. 6 In G Minor: Adagio
9. Concerto No. 6 In G Minor: Vivace
10. Concerto No. 6 In G Minor: Capriccio
11. Concerto No. 7 In B Flat Major: Andante
12. Concerto No. 7 In B Flat Major: Capriccio
13. Concerto No. 7 In B Flat Major: Largo
14. Concerto No. 7 In B Flat Major: Allegro
15. Concerto No. 7 In B Flat Major: Capriccio
16. Concerto No. 8 In E Minor: Andante
17. Concerto No. 8 In E Minor: Capriccio
18. Concerto No. 8 In E Minor: Largo
19. Concerto No. 8 In E Minor: Allegro
20. Concerto No. 8 In E Minor: Capriccio
Disc: 3
1. Concerto No. 9 In G Major: Allegro
2. Concerto No. 9 In G Major: Capriccio
3. Concerto No. 9 In G Major: Largo
4. Concerto No. 9 In G Major: Allegro
5. Concerto No. 9 In G Major: Capriccio
6. Concerto No. 10 In F Major: Allegro
7. Concerto No. 10 In F Major: Capriccio
8. Concerto No. 10 In F Major: Largo Andante
9. Concerto No. 10 In F Major: Andante
10. Concerto No. 10 In F Major: Capriccio
11. Concerto No. 11 In A Major: Allegro
12. Concerto No. 11 In A Major: Capriccio
13. Concerto No. 11 In A Major: Largo
14. Concerto No. 11 In A Major: Andante
15. Concerto No. 11 In A Major: Capriccio
16. Concerto No. 12 In D Major: Allegro
17. Concerto No. 12 In D Major: Capriccio
18. Concerto No. 12 In D Major: Largo
19. Concerto No. 12 In D Major: Allegro
20. Concerto No. 12 In D Major: Capriccio

::->PIETRO ANTONIO LOCATELLI<-::



Compositore e violinista italiano. La sua importanza sta soprattutto nell’aver composto la raccolta L’Arte del

Violino, dodici concerti per violino con 24 Capricci per violino solo collocati nel primo e nell’ultimo movimento di

ogni concerto. Questa raccolta ha esercitato un grande influsso sullo sviluppo della tecnica violinistica, tanto che

Locatelli può essere considerato uno dei padri del virtuosismo strumentale moderno.
Nato da Filippo e Lucia Crocchi (o Trotta), riceve i rudimenti della musica tra le ‘cantorie’ della Basilica di

Santa Maria Maggiore, a Bergamo, forse sotto la guida di Ludovico Ferronati o Carlo Antonio Marino, due tra i

musicisti più in vista della città. Nell’aprile del 1710 il quattordicenne violinista appare già membro

dell’ensemble strumentale attivo nella sopranominata chiesa bergamasca e l’anno successivo, nel gennaio, acquisisce

la carica ufficiale di terzo violino. Nello stesso anno, 1711, il giovane Locatelli chiede ai propri datori di

lavoro il permesso di recarsi a Roma, istanza che viene accolta con favore. La tradizione che lì lo vuole allievo di

Corelli è da considerarsi veritiera soltanto nell’accezione di appartenenza a una ‘scuola’. In effetti Locatelli

dovette affinare le proprie qualità di violinista sotto l’ala di un riconosciuto virtuoso corelliano, forse Giuseppe

Valentini, che nel 1714 troviamo accanto a Locatelli in occasione delle esecuzioni promosse dalla nobile famiglia

Caetani a Sermoneta, potè curarne l’istruzione nel primissimo periodo di permanenza a Roma ma è altresì probabile

che Locatelli possa essersi avvalso dell’appoggio di un virtuoso della cerchia ottoboniana del calibro di Antonio

Montanari o Domenico Ghilarducci. Tra il 1717 e il 1723 Locatelli è frequentemente convocato, al fianco dei migliori

virtuosi della sua epoca, alle esecuzioni musicali promosse dal cardinale Pietro Ottoboni presso la Chiesa di San

Lorenzo in Damaso. A partire dal 1716 Locatelli interviene con una certa regolarità alle Congregazioni generali dei

musici di S. Cecilia e la sua effettiva collaborazione con l’istituzione corporativa romana è attestata a più

riprese sino al 1722. Non si sa con precisione quando Locatelli viene in contatto con il maggiordomo del Papa, il

monsignor Camillo Cybo, dedicatario dei XII Concerti Grossi Opera I (1721), ma è certo che egli dovette trovarsi

sotto la protezione del nobile prelato piuttosto presto, forse sin dall’epoca dell’affiliazione alla Congregazione

dei musici di S. Cecilia (1716). Dopo il febbraio del 1723, data della sua ultima collaborazione attestata in casa

del cardinale Ottoboni, la biografia di Locatelli si fa avara di notizie. Forse è lui il «bergamasco» che suona a

San Giacomo degli Spagnoli, a Roma, nel luglio dello stesso anno. Resta un fatto: Locatelli scompare dai documenti

romani nel corso del 1723 in corrispondenza della partenza dalla città del suo protettore, il monsignor Cybo.
La nomina di “virtuoso da camera”, conferitagli nel 1725 dal langravio Philipp von Hessen-Darmstadt, governatore

asburgico a Mantova, non rappresenta di per sé una prova di un protratto soggiorno di Locatelli alla corte del

Langravio: nessuna traccia del passaggio del violinista è stata finora rinvenuta tra le carte mantovane. Anche gli

archivi veneziani non recano segni della permanenza di Locatelli in città; il soggiorno a Venezia dovette però

concretamente prodursi tra il 1723 e il 1727, come si potrebbe dedurre dalla lettera dedicatoria al patrizio veneto

Girolamo Michiel Lini preposta ai Concerti dell’Arte del Violino (Op. III). Il 26 giugno 1727 Locatelli compare al

di là delle Alpi, a Monaco di Baviera, presso la corte del Principe-Elettore Karl Albert, dove riceve 12 fiorini

d’oro per una esibizione. L’anno successivo lo ritroviamo a Berlino, come certifica un rapporto dell’ambasciatore di

Braunschweig alla corte prussiana, che riferisce di una esibizione del violinista, presso il palazzo di Monbijou,

dinanzi della regina Sofia Dorotea. La tradizione vuole Locatelli giunto alla corte di Federico Guglielmo I di

Prussia da Dresda, al seguito del principe-elettore Augusto il Forte. Qui, al cospetto del sovrano prussiano, egli

si sarebbe esibito due volte, ricevendo in dono dal Re «eine sehr schwere goldene Dose mit Ducaten». A questa

leggenda si connette pure il problema del rapporto tra Locatelli e la corte di Dresda: le testimonianze che

attesterebbero un legame tra Locatelli e il Principe-Elettore di Sassonia, Re di Polonia, sono però suffragate

solamente dalla presenza di alcune sue composizioni nell’archivio della cappella musicale di Dresda. Del 1728 è

ancora un’altra testimonianza: Locatelli ‘firma’ una pagina – raffigurante un Andante pubblicato più tardi nella

terza sonata per flauto dell’Op. II (1732) – dell’album di ricordi (Stammbuch) di Hendrik van Uchelen, un uomo

d’affari di origine olandese residente a Francoforte sul Meno. Nel dicembre dello stesso anno ritroviamo Locatelli a

Kassel, dove riceve un compenso di 80 talleri imperiali per ‘un servizio reso’ presso la corte del langravio Carl

von Hessen-Kassel. Ed è grazie ai contatti che Locatelli intrattiene con la corte di Kassel che conosciamo, con

buona approssimazione, la data dell’arrivo del violinista ad Amsterdam: da una lettera del dicembre 1729 indirizzata

al principe Maximilian von Hessen, si apprende che egli si trovava ad Amsterdam da almeno quattro mesi e che

intendeva trattenervisi per tutto l’inverno.
Certamente non l’attività concertistica nella Repubblica delle Province Unite, o più specificamente quella di

Amsterdam, deve essere considerata come ragione della presenza di Locatelli in questo paese, ma piuttosto la forte

editoria musicale olandese che, con la sua tecnologia avanzata e un’efficiente rete commerciale, garantiva una larga

diffusione internazionale. Arrivato ad Amsterdam Locatelli continua la sua collaborazione con la casa editrice

Roger-Le Cène, già iniziata con l’uscita dell’Op. I nel 1721, tramite la pubblicazione delle sue opere orchestrali,

mentre pubblica a proprie spese le raccolte contenenti la musica da camera (Opp. II, V, e VIII) curandone

personalmente anche la vendita presso la propria abitazione. Nel 1731 Locatelli chiede ed ottiene dagli Stati

dell’Olanda e della Frisia Occidentale un ‘privilegio’ per la stampa delle proprie opere, che aveva una validità di

15 anni e che viene rinnovato nel 1746, dimostrando una cauta pianificazione e gestione della pubblicazione delle

sue opere.

In base alla testimonianza di Locatelli stesso e dei contemporanei, il musicista si tenne lontano dal pubblico «and

he never will play any where but with Gentlemen». Probabilmente per una cerchia ristretta di dilettanti benestanti

teneva, ogni mercoledì con regolarità, un concerto presso la propria abitazione. I beni trovati in casa di Locatelli

al momento della sua morte dimostrano chiaramente che egli nei 35 anni trascorsi ad Amsterdam godette di una certa

agiatezza. Tra gli effetti personali del compositore si trovava anche un’ampia collezione di opere d’arte e di libri

antichi (relativi a varie discipline e in diverse lingue) anche in più esemplari, fatto che suggerisce una possibile

attività commerciale in un’Olanda al tempo ricca di benestanti collezionisti.

::->L\'ARTE DEL VIOLINO<-::

Locatelli oggi rappresenta per i più una figura minore della musica barocca, ma ai suoi tempi era considerato un

valente compositore e soprattutto un grande virtuoso del violino: alcuni testi addirittura lo classificano come

culmine del virtuosismo violinistico settecentesco.
Oltre a Il Pianto di Arianna (sesto e ultimo concerto di una raccolta datata attorno al 1741), che fa intendere come

avesse una tendenza ad avvicinare la musica alla letteratura, la principale e celebre raccolta del maestro è l\'op.3

intitolata L\'arte del Violino (1733). Si tratta di in una raccolta di 12 concerti per violino ed orchestra e di 24

capricci per violino solo, considerati gli antecedenti dei Capricci di Paganini. Tra questi concerti, uno in

particolare viene considerato una vera summa, una sorta di compendio globale delle possibilità virtuosistiche del

violino applicate al concerto: è il concerto intitolato Il Labirinto Armonico, il 12° e ultimo della raccolta. Una

curiosità: la raccolta è preceduta da un motto latino: \"Facilis aditus, difficilis exitus\", vale a dire raggiungere

il risultato finale sarà difficile, nonostante la facile apparenza.

Questo perché l\'esecutore dei brani della raccolta oltre a dover conoscere bene le tecniche specifiche dello

strumento, deve possedere una grande estensione della mano sinistra.
Nei Concerti Grossi Locatelli si allontanò progressivamente dal modello di Corelli, per avvicinarsi a quello di

Vivaldi.
Le raccolte di Sonate per violino e basso continuo sono, invece, un efficace riepilogo di tecniche e procedimenti

dello stile barocco.


::->DATI TECNICI<-::

3 CD FORMATO  MP3, 320 kbps
Inclusi Covers e Booklet




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