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- Carmelo Bene - Hermitage e extra -


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Categoria bittorrent DVD
Descrizione
CARMELO BENE

HERMITAGE E EXTRA


:::->LOCANDINA<-:::



Hermitage
Cast: Carmelo Bene, Lydia Mancinelli
Nazionalità e anno: Italia, 1968
Durata: 25\'
Distribuzione: RaroVideo/ Eccentriche Visioni
Edizione: italiano
Sottotitoli: inglese
Audio: Dual Mono 2.0
Schermo: 4/3 1.33:1
Extra: doppio dvd e libretto bilingue (italiano e inglese); intervista a Carmelo Bene a cura di Sandro Veronesi; scena tagliata di Nostra Signora dei Turchi; una videocosa di Enrico Ghezzi; Ai Rotoli, cortometraggio di Daniele Ciprì e Franco Maresco; trailer originale; locandine originali e photo gallery; rassegna stampa in traccia rom. Restauro elettronico curato da Impronte Digitali. Le parti più danneggiate sono state restaurate a mano, fotogramma per fotogramma.
Note: edizione curatissima sia nel restauro delle pellicole proposte che nel ricco apparato critico che le correda. Nel libretto allegato, a cura di Alessandro Riccini Ricci, scritti di Adriano Aprà, Jean-Paul Manganaro, Maurizio Grande, nonché dichiarazioni di Mario Masini, Lydia Mancinelli, Mauro Contini, Romano Scavolini, Marco Bellocchio.


:::->TRAMA<-:::

Il film ha come interprete principale ed unico Carmelo Bene, salvo la sporadica e fugace apparizione di Lydia Mancinelli, ed ha come linea guida, a tratti spezzata, il sonoro della voce (spesso fuori campo) e della musica. La rievocazione affidata alla voce trae spunto da reminescenze bibliche, per poi spostarsi successivamente ad un periodo romano imprecisato, ma che potrebbe fare riferimento a Caligola o Nerone o ad altro imperatore del periodo imperiale. Le ultime frasi pronunciate riconducono tutto al rapporto conflittuale ab eterno che si ha con la propria madre, e abbiamo così Giacobbe [?] che ne esprime l\'ambivalenza:


:::->RECENSIONE<-:::

La situazione che si delinea in Hermitage è quella di una volontaria segregazione per l’unico personaggio del film, che si rinchiude in un albergo, che presto diventa animato da figure fantasmatiche,deliri davanti allo specchio, contorsioni nel bagno,lettere spedite a se stesso, frasi fulminanti. Quella di Bene è anzitutto una grande prova di attore e la dimostrazione che esiste una musicalità dei gesti, che solo la sua grande capacità di registrare e segmentare i propri movimenti può rendere presente all’occhio- orecchio dello spettatore. Si tratta di un cortometraggio, in cui apparentemente non accade nulla, come nell’estetica surrealista de “La storia è per i gonzi.”, ed invece è colmo di una tensione inesplicabile, quasi il protagonista fosse sull’orlo di una follia ricercata, di una solitudine che lo apparenta al Des Esseintes di Huysmans. Considerato da Carmelo Bene poco più di una prova di luci in vista del lungometraggio Nostra Signora dei turchi,Hermitage conserva a distanza di quarant’anni intatta la sua potenza di visione assoluta dell’assurdità che circonda l’esistenza. Come riconoscere un senso, una storia, un progetto, in quelle contorsioni vocali e fisiche, in quei vaneggiamenti terribili e comici ? Quale il senso di quella lettera, scritta per un’amata forse immaginaria, la solita Lydia Mancinelli, che poi con un semplice tratto di penna che modifica tuo in tua diventa la lettera dell’amata al protagonista stesso,che, eroe del suo autismo comico, provvede a infilarla sotto la sua stessa porta ? Se, come sostiene qualcuno, il bagno è il luogo dell’inconscio, il fatto che gran parte del film si svolga proprio in quel luogo può fornirci una chiave di interpretazione: l’albergo è innanzitutto un topos mentale, un prolungamento dell’interiorità del protagonista, quasi a prefigurare il più sinistro Overlook Hotel di Kubrick. Il dramma del personaggio oscilla fra la mancanza della donna amata, fantasma di un passato che non vuol passare, e l’impossibilità di un’adesione a valori spirituali, forse sentiti con nostalgia, nell’incapacità di accettare il suo antico cristianesimo giacché “ non sapeva più peccare “. Fra lavandini trasformati in fantomatiche buche di suggeritore, vasche da bagno diventati palcoscenici, paradossi inquietanti, letti in cui si raggiunge a fatica una posizione, fra spasmi quasi epilettici, la non storia d’amore ha una sorta di epilogo, il personaggio interpretato da Bene getta una fotografia di donna nel water e dice : “Basta, è finita con chi mi vuole bene.”lasciando intendere di voler andare ben aldilà di sentimento e sentimentalismo,benché il suo viso, contratto in una maschera, racconti della sua grande inquietudine. L’acqua domina il film, come elemento fluido in cui le parole possono liberamente scorrere verso la foce di una teatralità capace di potenziarle e drammatizzarle in sommo grado. C’è tutto Carmelo Bene in questo piccolo film di prova, il suo disgusto per ogni progettualità volta a garantire volontà, identità, storia, psicologia, rappresentazione di un senso. E’ la stupenda tabula rasa di un Bene trentenne, che cerca la fenomenale psicosi in grado di far saltare i codici attraverso cui la vita diventa comprensibile, e dunque menzognera. Tutto avviene nel corpo dell’attore, nei suoi movimenti oculari, nelle sue smorfie, nelle sue cadenze vocali; l’assurdo diventa carne e sangue, lasciando sgomenti e stupefatti. La tensione di ogni gesto anche banale (muoversi nel letto, lavarsi nella vasca, bere un bicchiere di vino) è mostrata come segno di qualcosa che perennemente sfugge, tramonto dell’idea stessa di poter raccontare qualcosa, tutto è perduto, la scena restituita vuota, un nessuno si agita ancora ,ma è solo un fantasma, finché pietoso cala il sipario. E’ l’estetica di Bene, restituire bianca la pagina scritta, con il poema \'L mal dè fiori , rendere fulminea e quasi invisibile l’immagine cinematografica con la moltiplicazione delirante dei fotogrammi in Salomè, e a teatro smarginare il linguaggio, fino a trasformarlo, come ne La storia di Sawney Bean, in un soffio di parole incomprensibili, che non vengono più da un attore, ma dal vuoto stesso, a creare un evento teatrale assolutamente non umano. E’ la crisi del soggetto che ancora una volta Bene mette in scena in Hermitage, soggetto orami spappolato da una tensione interiore che non trova esito, isolato nelle sue smorfie, nei suoi gesti apotropaici, che sembrano le vestigia di un rito ormai perduto.




:::->CARATTERISTICHE DEL DVD9<-:::

Durata: 25\'+ EXTRA
Lingue: ITALIANO
Sottotitoli: INGLESE
Formato Video: 1.33:1
Compressione: NESSUNA
Programmi utilizzati: DVD Decrypter
Contenuti Extra: doppio dvd e libretto bilingue (italiano e inglese); intervista a Carmelo Bene a cura di Sandro Veronesi; scena tagliata di Nostra Signora dei Turchi; una videocosa di Enrico Ghezzi; Ai Rotoli, cortometraggio di Daniele Ciprì e Franco Maresco; trailer originale; locandine originali e photo gallery; rassegna stampa in traccia rom. Restauro elettronico curato da Impronte Digitali. Le parti più danneggiate sono state restaurate a mano, fotogramma per fotogramma.


CASA DISTRIBUTRICE: RAROVIDEO





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Info: Per scaricare devi usare un client come uTorrent o Transmission
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Hash 500688741019685a1cc9e2b03fb14ecc8feca50e
Peers seeds: 2 , leech: 10
Size 6.61 GB
Completato 35x
Aggiunto 06.04.09 - 20:04:15
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