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- ALAIN RESNAIS - MELO XVID[TNTVILLAGE] -


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Descrizione
ALAIN RESNAIS

MELO


:::->LOCANDINA<-:::



:::->SCHEDA DEL FILM<-:::

Titolo: MELO
Titolo originale: MELO
Nazionalità: FRANCIA
Anno: 1986
Genere: DRAMMATICO
Regia: ALAIN RESNAIS

:::->CAST<-:::

Pierre Arditi, Fanny Ardant, André Dussollier, Sabine Azéma, Jacques Dacqmine, Catherine Arditi.

:::->SCREENSHOT<-:::




:::->TRAMA<-:::

La passione divampa tra Maniche e Marcel, violinista famoso, ex compagno di conservatorio di suo marito Pierre, e travolge Maniche che cerca di avvelenare il marito e si dà la morte nella Senna. Tre anni dopo Pierre e Marcel s\'incontrano...........................................

:::->RECENSIONE<-:::

Più melò di così non si potrebbe, e tuttavia il film di Resnais (il sesto remake cinematografico del testo di Henry Bernstein che fu sceneggiato persino da Carl Mayer ed ebbe fra gli interpreti italiani Elsa Merlini) è molto suggestivo, a suo modo un piccolo capolavoro, percorso da brividi - il motivo portante dei personaggi - che rivelano le tensioni sotterranee della pièce scritta nel 1929, rappresentata nel \'30 e subito portata sui palcoscenici italiani da Emma Gramatica e Annibale Betrone.
Chi oggi proponesse Bernstein a qualche giovane compagnia sperimentale si farebbe ridere dietro, perché il commediografo francese vissuto fra il 1876 e il 1953 sembra irrimediabilmente legato, per i suoi modi postnaturalisti, al teatro da boulevard che durante mezzo secolo furoreggiò nella Parigi borghese e conquistò mezza Europa. Al più qualcuno vorrebbe oggi metterne in burla la magniloquenza e il gusto delle scene madri. Tocca invece al cinema rendergli giustizia, e proprio per il merito di un autore che si sarebbe detto il meno interessato alla materia fumettistica, di cui si suppone costituita gran parte del teatro di Bernstein. Valendosi degli stessi attori magnifici di cui già si servi per La vita è un romanzo e L\'amore a morte, rispettando alla lettera le battute di Bernstein, curando a meraviglia le toilettes e le scenografie d\'epoca dei suoi soli cinque ambienti (la casa di Marcel è quasi un museo dell\'art déco), sottolineando la natura teatrale del testo sino a farci sentire il brusio del pubblico in sala, Alain Resnais aggiunge infatti un\'altra gemma alla sua collana di film a basso costo e alto tasso d\'intelligenza, girati con poche inquadrature ma densissimi di valori musicali (la musica delle parole, che egli accredita a Bernstein, e il doppiaggio italiano si sforza di riecheggiare), di prospettive psicologiche, di umori teneri e crudeli.
Gran maestro dell\'orchestrazione dei suoni e delle luci, Resnais rende modernissimi gli accordi e gli stridori di quel presunto fotoromanzo sui temi perenni della fedeltà e della bugia. Ci fa penetrare la contemporaneità dei personaggi in un elegante equilibrio di gioco intellettuale e di curiosità sentimentale, e saggiamente utilizza la tecnica cinematografica alla quale già Bernstein, proprio in Mélo, aveva fatto ricorso per la successione dei quadri. Cadono le braccia ricordando che nello scorso settembre, quando il film fu presentato fuori concorso alla mostra di Venezia, si ebbe chi respinse come inutile e vecchia un\'opera di così squisita fattura, insieme ironica e trepida, fra i cui interpreti spicca Sabine Azéma, senza meno prodigiosa nella sua civetteria e nella sua angoscia, alla quale si affiancano con misura ammirevole Pierre Arditi (il marito che si tormenta), André Dussollier (il dongiovanni perdente), e Fanny Ardant che generosamente ha accettato di restare in penombra nella parte della seconda moglie di Pierre.
Dinanzi a film come Mélo appaiono decrepite le polemiche sui guasti del teatro filmato. Ecco un caso in cui il cinema cancella la muffa del palcoscenico, ecco un\'altra vittoria dello stile.

:::->ALAIN RESNAIS<-:::



Nasce il 3 giugno 1922 a Vannes. Lontano dalle mode e dalle tentazioni commerciali, Resnais ha scelto di girare non molti film, ma tutti di altissima qualità. Con il suo rigore e la sua serietà, domina comunque la scena cinematografica francese attuale, riuscendo a creare una sintesi tra la concezione tradizionale del cinema e le avanguardie. Regista spesso controverso (e censurato), già nel 1958 con Hiroshima mon amour ha diviso la giuria del Festival di Cannes.
Ha iniziato a girare giovanissimo (già a otto anni ha fatto piccoli film a 8 mm), ma crescendo ha coltivato varie passioni, dai fumetti, alla fotografia, alla letteratura popolare. Sua aspirazione per alcuni anni fu quella di diventare libraio, ma anche il mondo dello spettacolo lo attraeva molto. Si iscrive a prestigiose scuole di cinema e in concomitanza gira i primi cortometraggi a 16 mm.
Si occupa poi per dieci anni di documentari, sia drammatici che leggeri, affermandosi come “filosofo della percezione”, molto collegato alle teorie di Bergson. Il suo approdo al lungometraggio si ha nel 1959 ( a poche settimane dall’uscita de I 400 colpi di Truffaut) con Hiroshima mon amour: già il titolo ne indica il duplice tema, l’esplosione nucleare distruttiva e l’eterno ritorno della passione. Film rivoluzionario tanto quanto il seguente, L’anno scorso a Marienbad (1961), che ha avuto come sceneggiatore Robbe-Grillet.  L’interesse per la psicologia e per la psicoanalisi è al centro dei film seguenti fino a giungere nel 1980 a Mon Oncle d’Amérique, che vede l’applicazione della psicologia genetica al comportamento umano.
Da quell’anno Resnais si affida a un trio di grandi attori a cui offrirà nel corso degli anni delle parti sempre molto interessanti grazie alle quali riusciranno via via a vincere prestigiosi: André Dussollier, Pierre Arditi e Sabine Azéma. L\'amore di Resnais per i suoi attore diventa esplosivo in  Smoking-No Smoking: Arditi e Azéma interpretano da soli ben 11 personaggi (vincitore del César come Miglior film nel 1993), adattameno di una pièce teatrale di Alan Ayckbourn, così come per questo suo ultimo film, Cuori.
La costante mescolanza di elementi ironici e quasi comici con una visione tragica e dolorosa della vita  è propria di questo grande regista che, a questo proposito, ha così sottolineato: “Quando inizio a pensare a dei personaggi li vedo un po’ come delle marionette, e ho voglia di metterli in scatole separate come al teatro del Guignol, un Guignol tragico\".


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Sottotitoli - Italiano
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Completato 111x
Aggiunto 18.03.09 - 20:03:14
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