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- MOZART - COMPLETE PIANO SONATAS - HAEBLER[TNTVILLAGE] -


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Categoria bittorrent Musica
Descrizione
WOLFGANG AMEDEUS MOZART
(1756-1791)


INGRID HAEBLER




COMPLETE PIANO SONATAS

THE COMPLETE SONATAS FOR PIANO


::->COVER<-::



::->DATI ALBUM<-::


Autore: Wolfgang Amedeus Mozart
Titolo: The Complete Sonatas for Piano
Genere: Musica Classica
Anno: 2003
Etichetta: Denon
Esecutori: Ingrid Haebler - piano


::->TRACKLIST<-::

Complete Piano Sonatas
CD 1 [71:09]
Sonata in C major K.279 [14:39]
Sonata in F major K.280 [13:36]
Sonata in B flat major K.281 [14:58]
Sonata in E flat major K.282 [13:19]
Sonata in G major K.283 [13:39]
CD 2 [64:41]
Sonata in D major K.284 [27:50]
Sonata in C major K.309 [19:32]
Sonata in D major K.311 [16:49]
CD 3 [63:52]
Sonata in A minor K.310 [18:59]
Sonata in C major K.330 [19:49]
Sonata in A major K.331 [24:38]
CD 4 [75:40]
Sonata in F major K.332 [19:45]
Sonata in B flat major K.333 [23:07]
Fantasia in C minor K.475 [12:27]
Sonata in C minor K.457 [19:37]
CD 5 [70:44]
Sonata in F major K.533/494 [25:10]
Sonata in C major K.545 [10:43]
Sonata in B flat major K.570 [18:33]
Sonata in D major K.576 [15:33]
Ingrid Haebler (piano)
rec. 1-8 August 1986 (Kk.310, 330, 331, 332, 333), 12-16 January 1987 (Kk.457, 475, 570), 21-27 April 1987 (Kk.533/494, 545, 576), 25-31 October 1988 (K.280,

282, 309), 20-25 July 1989 (Kk.279, 281, 283), 16-21 July 1991 (Kk.284, 311)


::->NOTE E RIFLESSIONI<-::

A differenza che per Haydn (più anziano di 24 anni rispetto a Mozart), quasi tutta l’opera per tastiera di Amadeus è scritta per il pianoforte settecentesco.

Questo strumento, inventato da Bartolomeo Cristofori durante il suo servizio alla corte del Principe Ferdinando dei Medici (nel 1711 ne esistevano tre

esemplari), solo all’epoca era arrivato ad un grado di qualità meccanica tale da allettare i musicisti grazie alla possibilità che offriva di variare la

dinamica dell’esecuzione (permetteva il piano e il forte, ecco quindi l’origine del suo nome); la varietà dinamica era cosa non permessa da organo e

clavicembalo e si poteva ottenere solo con enormi difficoltà e scarso esito col clavicordo. Mozart, assieme a Clementi, diventarono i primi

autori/concertisti entusiasti del nuovo strumento e lo portarono al successo. Col tempo clavicordo e clavicembalo scomparirono, mentre l’organo fu relegato

alla sola musica sacra.
Tutte le composizioni mozartiane per pianoforte sono un affascinante percorso di conquista tecnica del nuovo strumento e di conquista compositiva al fine di

sfruttarne le enormi possibilità sonore ed espressive. Ma più in generale tutte le opere di questo autore sono testimonianza di un fenomenale progresso

compositivo e stilistico, tanto da poter dire che Mozart “nasce” rococò (lo “stile galante” di cui abbiamo parlato anche per Haydn) per raggiungere,

all’epilogo della sua breve vita, orizzonti preromantici, se mi permettete l’azzardo terminologico, ad un passo dagli esiti beethoveniani. Nel suo sterminato

catalogo, ricchissimo di capolavori ma anche di opere di mestiere, ricordiamo soprattutto le opere liriche, i concerti per pianoforte e orchestra, le ultime

sei Sinfonie. Ma molto altro ancora sarebbe da enumerare.
Nel 1782, presso il salotto viennese del Barone Gottfried Van Swieten, un Mozart ventiseienne “incontra” per la prima volta le opere di J. S. Bach e di

Händel: ne nasce un rinnovato interesse per lo studio della polifonia e del contrappunto che darà in breve vari frutti. Tra questi la Fantasia K397 in re

minore(secondo l’ultimo catalogo Köchel K385g), il secondo brano presentato nel nostro disco, datata per l’appunto 1782. La rapsodicità della composizione,

del tutto libera come sviluppo, segue il modello di Johann Sebastian, e dal punto di vista espressivo, melodico, armonico, si tratta di un vero capolavoro,

in drammatico anticipo sul linguaggio delle opere contemporanee. Studi recenti (P. Hirsch) ipotizzano che questa composizione fosse in realtà l’introduzione

ad una Fuga mai realizzata, e quindi venisse abbandonata incompiuta da Wolfgang: la sezione conclusiva sarebbe opera di A.E. Müller.
Stessa connotazione stilistica per la sonata K533, prima composizione presentata nel disco, i cui primi due movimenti (Allegro, Andante) furono composti nel

gennaio 1788. Per la pubblicazione a stampa vi fu aggiunto un Rondò conclusivo (numerato K494) già scritto per un’allieva nel giugno del 1786, al quale

l’autore aggiunse per l’occasione un’articolata cadenza. Composizione disomogenea, quindi, perché nei primi due movimenti Mozart ricorre ad un vigoroso

contrappunto (soprattutto nell’Allegro iniziale), mentre l’ultimo movimento è una composizione più semplice come struttura, ma di bella vena melodica:

soprattutto però vi manca quel “grandioso”, quell’impegno strutturale ed espressivo dei primi due movimenti. Grazie a questo stacco stilistico risaltano qui

proprio quei due mondi cui accennavo prima (quello galante e quello da me licenziosamente detto “pre-beethoveniano”) sui quali si divide l’opera tutta del

salisburghese. In particolare il secondo movimento, un liricissimo ma anche drammatico Andante, a me appare come un ponte ideale di congiunzione tra Bach e

Beethoven, bellissimo per espressione e struttura, soprattutto per quanto riguarda le drammatiche progressioni armoniche al centro del movimento stesso. Una

delle sonate più belle di Mozart, uno dei momenti più alti della letteratura pianistica questo Andante.
Le altre due sonate del disco si riferiscono a periodi precedenti della vita di Amadeus, ma sono ugualmente notevoli.
La K311 (che nell’ultimo catalogo Köchel viene retrodatata e numerata K284c) ci raffigura un Mozart ancora ventunenne, forse esteticamente più prossimo

all’idea comunemente considerata più riconoscibile e al tempo stesso – in parte erroneamente – rappresentativa e della sua arte. Composta nel 1777 a

Mannheim, e condizionata dagli effetti strumentali dell’orchestra direttavi dal Cannabich (di cui Mozart fu ospite), soprattutto per il lirismo di certe

linee melodiche (quasi violinistiche), e per la densità della tessitura, amalgama monodia ed espressione giocosa e lineare con episodi contrappuntistici. Il

primo movimento (Allegro con spirito) ci presenta Mozart nella sua veste di “eterno fanciullo”, di “uomo che gioca”, ma di un gioco febbrile, vorticoso,

frenetico. Nell’Andante con espressione si affaccia una certa malinconia, superata dalla giocosità serena del Rondò conclusivo, sviluppato tra contrasti di

legato-staccato, registro acuto-registro grave, sezioni brillanti e sonore (quasi un “tutti”) e sezioni intime (quasi “solistiche”).
La K 310, infine (per l’ultimo catalogo Köchel K300d): fu composta nel luglio del 1778 a Parigi, durante il primo viaggio in Europa senza il padre Leopold,

ma con la presenza della madre, la quale morrà di febbre proprio durante il soggiorno nella capitale. Prima sonata in minore tra tutte quelle composte da

Mozart e di accresciuta densità del tessuto pianistico, forse a causa dell’entrata in contatto con le opere degli autori parigini Schobert e Hüllmandel da

cui sembra prendere spunto per tali caratteri. L’iniziale Allegro Maestoso denota grande tensione ritmica ed è ricchissimo armonicamente, mentre

l’indicazione espressiva sottolinea il carattere non giocoso; l’andante cantabile è malinconicissimo, straziato, al limite del tragico ed il finale non

risolve la tensione espressiva, ne è anzi più ricco del primo movimento. Segnata dal dolore per la morte della madre, forse, e certo anche dalla disillusione

inerente le speranze per la carriera riposte nel viaggio parigino, questa sonata è certo una delle opere per piano più belle tra tutte quelle di Mozart. E

non ha niente a che vedere con l’idea stereotipata del “divino fanciullo” tanto cara a certa letteratura critica.


::->BIOGRAFIA DI INGRID HAEBLER<-::



Pianista austriaca (Vienna 1929). Fu allieva di S. Scholz al Mozarteum, di N. Magaloff a Ginevra e di M. Long a Parigi. Grande interprete del classicismo

viennese e in particolare di W. A. Mozart, è apparsa ai festival di Edimburgo e Salisburgo, in Unione Sovietica, negli Stati Uniti, in Australia e in

Giappone.
Lesue esecuzioni di Mozart sono giustamente famose ricordiamo l\'integrale delle sonate incise sia per la Philips che per la Denon che costituiscono un

interessantissimo strumento per conoscere l\'opera pianistica mozartiama. Da ricordare infine sempre di Mozart le performances in duo con due grandi

violinisti H. Szeryng e A. Grumiaux


::->DATI TECNICI E NOTE<-::

5 CD IN FORMATO FLAC
Cover allegate



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