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- Divorzio allitaliana [ITA softsub Eng-Esp-Tur] aka Divorce Italian st -


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Descrizione

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IMDb    http://www.imdb.com/title/tt0055913/

Divorzio all\'italiana è un film del 1961 diretto da Pietro Germi.

Presentato in concorso al Festival di Cannes 1962, vinse il premio come miglior commedia, e ottenne anche una nomination all\'Oscar per la migliore regia.
È il film con il quale Pietro Germi, dagli accenti più drammatici e populisti dei suoi primi film, passa a sorpresa alla commedia e alla satira.
Con un classico schema da commedia all\'italiana, Germi costruisce un ironico e godibilissimo ritratto della mentalità e delle pulsioni di una certa Sicilia di provincia, ma soprattutto prende di mira con un sarcasmo a volte feroce due situazioni di arretratezza legislativa dell\'Italia dell\'epoca: la mancanza di una legge sul divorzio (che arriverà solo nel 1974), e soprattutto l\'anacronistico articolo 587 del codice penale che regolava il delitto d\'onore, che verrà abolito soltanto venti anni dopo.
Ne scaturisce una commedia graffiante e gustosa, retta magistralmente da un insuperabile Marcello Mastroianni, da comprimari di ottimo livello, come Leopoldo Trieste e Daniela Rocca, e da una giovane Stefania Sandrelli, che grazie a questo film avrà grande notorietà. Certamente da considerare uno dei migliori film di sempre nel filone della commedia all\'italiana, costituirà un modello per molti altri film che negli anni successivi tenteranno di ritrarre ironicamente la mentalità e i costumi dell\'Italia meridionale.

Awards

Premi Oscar 1963: miglior sceneggiatura originale
2 Golden Globes 1963: miglior film straniero, miglior attore in un film commedia (Marcello Mastroianni)
Festival di Cannes 1962: premio per la miglior commedia
2 Nastri d\'Argento 1962: miglior soggetto orginale, miglior attore protagonista (Marcello Mastroianni)
BAFTA: miglior attore internazionale (Marcello Mastroianni)

locandina



Titolo originale: Divorzio all\'italiana
Lingua originale:  italiano
Paese: Italia
Anno: 1961
Durata: 101\'
Colore: B/N
Audio: sonoro
Genere: commedia
Regia: Pietro Germi
Soggetto: Ennio De Concini, Pietro Germi, Alfredo Giannetti
Sceneggiatura: Ennio De Concini, Pietro Germi, Alfredo Giannetti
Fotografia: Leonida Barboni, Carlo Di Palma
Montaggio: Roberto Cinquini
Musiche: Carlo Rustichelli
Scenografia: Carlo Egidi
Produttore: Franco Cristaldi

cast

Marcello Mastroianni: Ferdinando Cefalù
Daniela Rocca: Rosalia Cefalù
Stefania Sandrelli: Angela
Lando Buzzanca: Rosario Mulé
Leopoldo Trieste:Carmelo Patanè
Saro Arcidiacono: dottor Talamone
Angela Cardile: Agnese Cefalù
Pietro Tordi: avvocato De Marzi
Ugo Torrente: don Calogero

trama

Nell\'ipotetica città siciliana di Agramonte (Ispica) vive il barone Ferdinando Cefalù, detto Fefè (Marcello Mastroianni). L\'uomo è coniugato da dodici anni con l\'assillante Rosalia (Daniela Rocca), una donna ormai bruttina ma ardente d\'amore per lui. Nel frattempo, è innamorato della propria cugina, la sedicenne Angela (Stefania Sandrelli). La legge italiana non ammette il divorzio, ma è ancora previsto il delitto d\'onore, un caso di omicidio punito con pena più mite e molto frequente in Sicilia.[3] Fefè tenta allora disperatamente di trovare alla moglie un amante, per poterli sorprendere insieme, ucciderli, usufruire del beneficio del motivo d\'onore e - scontata la lieve pena - sposare finalmente l\'amata. Non ci riesce, ma la sorte gli viene incontro. In seguito a un litigio con il marito, Rosalia, sentendosi abbandonata, cerca conforto in Carmelo Patanè (Leopoldo Trieste), un suo vecchio spasimante creduto morto in guerra e poi tornato. Fefè, venuto a sapere della vecchia relazione, favorisce gli incontri e spia i potenziali adulteri. Finché un giorno scopre che si sono finalmente dati appuntamento, in occasione dell\'arrivo in città del film La dolce vita, che richiama tutto il paese. Il barone va al cinema, ma nel mezzo della proiezione rincasa allo scopo di sorprendere gli amanti. Questi, però, anziché consumare il tradimento fuggono. Venuta a mancare la flagranza, che avrebbe giustificato lo stato d\'ira preteso dalla norma sul delitto d\'onore, Fefè si finge malato e incapace di reagire. Si attira così il disprezzo di tutti i concittadini, intenzionalmente, per creare condizioni di disonore sufficienti a giustificare lo stesso il suo gesto. Nel frattempo lo zio Calogero (Ugo Torrente), padre di Angela, muore d\'infarto scoprendo casualmente la tresca della figlia con il nipote. Al funerale fa la sua apparizione Immacolata, moglie di Patanè, che umilia pubblicamente Ferdinando. Grazie a don Ciccio Matara, boss locale, il barone viene a conoscenza del luogo dove sono nascosti i fuggiaschi. Giunto sul posto, trova Immacolata che ha già vendicato il suo onore uccidendo il marito. Non gli resta allora che fare altrettanto con Rosalia. Condannato a tre anni di carcere, sconta una pena inferiore beneficiando di un\'amnistia, e torna infine in paese dove finalmente sposa la bella Angela. Ma, dopo pochi mesi, in viaggio di nozze qualcosa (o meglio qualcuno) mette già in dubbio la felicità dell\'unione.

recensione

Graffiante, grottesco, di ironica denuncia; sapido, intelligente, senza pause; monotematico (art. 587 C. P.), eppure poliedrico, artistico, spassoso; un piccolo capolavoro. Ecco quel che ci viene in mente, a tutta prima, riguardo quest\'opera del regista Pietro Germi, che mette alla berlina tutta l\'ipocrisia, l\'egoismo, il maschilismo becero e moralmente inaccettabile di un periodo che oggi pare tanto lontano, ma che in realtà è appena dietro l\'angolo. Mattatore assoluto e perfettamente plausibile, tra i suoi rovelli, benché in una parte risibile e buffonesca, un Mastroianni dai mitici baffi, io narrante per gran parte della pellicola. Bella prova per la giovane Sandrelli (doppiata). Assolutamente irresistibili certi passaggi del film, come quello in cui il barone, ormai pubblicamente tradito, scorre la posta, custodendo gelosamente per il futuro processo le missive anonime con scritto \"cornuto\", e stracciando con disgusto le lettere di solidarietà pervenute. Perfino il finale, anzi finalissimo, regala tanto, assecondando il motto latino \"in cauda venenum\".
Ispirate e bellissime le musiche di Carlo Rustichelli. Premio Oscar per la sceneggiatura originale, premiato a Cannes come miglior commedia, e via dicendo.
Possiamo specchiarci dentro questo film, e vedere che è uno specchio deformante, che ci fa ridere, e però anche considerare: \"ma quanto eravamo cretini, fino a ieri\" (per la cretineria d\'oggi, vedansi opere più recenti…).  
(di Marco Cherubini)









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