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- Sergio Staino - Storia sentimentale del P.C.I. (2020) biografia satira MIRCrew -


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Descrizione


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[SIZE=200] Sergio Staino

STORIA SENTIMENTALE DEL P.C.I.[/size]

[SIZE=150]anche i comunisti avevano un cuore


(2020) [/SIZE]
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AUTORE PRINCIPALE
Staino, Sergio
TITOLO
Storia sentimentale del P.C.I.
anche i comunisti avevano un cuore
PUBBLICAZIONE
Milano : Piemme, 2020
DESCRIZIONE FISICA
169 p. : ill. ; 21 cm.
TITOLO DI OPERA
Storia sentimentale del P.C.I. | Staino, Sergio
Scheda di autorità
NUMERI
[ISBN] :
978-88-566-7963-2


Dimensione del file: 8,48 MB
Formato del file: epub, mobi, azw3, pdf


Questa è una storia parziale e non ha la pretesa di ricostruire alla perfezione gli accadimenti storici. È una storia d'amore personale, a tratti assai stramba e picaresca, che però somiglia a quella di tanti altri. Una storia, quella del comunismo italiano, tanto forte da far tremare i polsi.» Sergio Staino è uno dei più importanti vignettisti italiani. Attraverso la sua creatura di fantasia, Bobo, panciuto, scettico, amletico, ma prototipo di un certo tipo di comunista, ha raccontato i passaggi fondamentali del P.C.I., i dilemmi e gli snodi cruciali, le battaglie campali, gli errori madornali e le ipocrisie. Per raccontarla bene, questa storia, ci porta dentro le campagne toscane del secondo dopoguerra, la figura leggendaria del nonno materno, e poi la Firenze degli anni '50, le simpatie verso l'ala carismatica del partito, Pajetta e Terracini. Ci racconta Togliatti e Berlinguer. L'amore per Neruda e Brecht. Le differenze tra il comitato centrale e le masse, sempre indomite e pronte alla rivoluzione. E gli anni all'Unità di Macaluso. La sua storia del Pci è anche una lettura moderna di tutto ciò che è stato, ciò che poteva essere e non è stato. Un atto d'amore verso un'idea che non tramonta e che seppur in forme diverse chiede ancora conto alle società di oggi e di domani.


Vicolo della Pelliccia. Un rimescolio di teste, occhi a decine alle finestre, strepito di radio, grida di ragazzi, madri in una nenia di richiami che si spengono nell’eco di un «Va’ a morì ammazzato!»
È arrivato il cinema. Per strada, tra un groviglio di cavi, Rossellini, magro, una chierica appena accennata tra i capelli, scarabocchia battute sotto un ombrello. «Robbè, ma che fai? Mica casca l’acqua!» «No, ma possono piovere pidocchi!»
Nel 1952, Trastevere era ancora roccaforte di una razza di romani genuini, discendenti in diretta delle «minenti» in ghingheri sui carretti impennacchiati per la Madonna del Divino Amore, e di gatti spelacchiati quanto i poeti da osteria che la sera, dopo la foietta con le fave, si accendevano in versi languidi di vino. Architetti arredatori, froci alla moda, luci psichedeliche, droga, segnavano il passo in quinta, in attesa di calpestarne la scena.
«Antonio, per favore, seguila nell’androne e parlale salendo al terzo piano. Tonti ti riprende da sopra. No, niente macchina a mano. Dopo andiamo in dettaglio. Come? Certo, di’ quello che vuoi, tanto non c’è sonoro. In doppiaggio l’aggiustiamo. Sì, aspetta, salgo prima io, poi al ciak parti pure».
Al terzo piano, nel film, c’era la pensione degli ammoniti dove Totò, ex carcerato in libertà vigilata, aveva preso alloggio e una ..........


BIOGRAFIA

Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze gremito per l'ultimo saluto a Sergio Staino, vignettista, papà di Bobo ed ex direttore dell'Unità, scomparso nei giorni scorsi all'età di 83 anni.
Disegnatore e vignettista italiano (Piancastagnaio 1940 - Firenze 2023). Laureatosi in Architettura, nel 1979 ha pubblicato sulla rivista di fumetti Linus le sue prime strisce satiriche in cui compare il personaggio di Bobo, sorta di alter ego dell'autore ma anche ritratto di una generazione sessantottina alle prese con le perplessità e i turbamenti prodotti dalle  trasformazioni sociopolitiche del Paese. Collaboratore tra il 1980 e il 1981 della pagina culturale del quotidiano Il Messaggero, e dall’anno successivo de l'Unità, dal 1986 ha fondato e diretto il settimanale satirico Tango; negli stessi anni ha avviato la sua collaborazione con Raitre, dove nel 1987 ha diretto la rubrica Teletango e, nel 1993, firmato il programma satirico Cielito lindo; S. è stato inoltre sceneggiatore e regista dei film Cavalli si nasce (198 e Non chiamarmi Omar (1992), nonché direttore artistico del Teatro Puccini di Firenze (1991-99) e dell'Estate Fiorentina (1998-99). Le sue vignette sono state raccolte in numerosi volumi, tra i quali: Bobo (1979); Bobo. Le storie (198; Amori (1993); Famiglia mia… (1995); Il romanzo di Bobo (2001); A chi troppo e a chi niente (2010); Staino terapia dell'amore: la miglior cura per la coppia inizia con una risata (2011); Alla ricerca della pecora Fassina (2016); Troppo facile dire no con C. Testa (2017). Tra i testi autobiografici si segnalano il libro-intervista Io sono Bobo (2016), in cui S. si racconta dialogando con F. Galati e L. Montanari, Quell'idiota di Bobo (con M. Gamba e M. Feo, 2020), Quel signore di Scandicci: Quarant'anni con Bobo (2020) e Storia sentimentale del P.C.I. (2021). Direttore de l'Unità (2016-17), dal 2017 ha collaborato con Avvenire, La Stampa e Atlante, il magazine online di Treccani.it; tra i suoi ultimi lavori occorre citare le illustrazioni del volume Storie e amori d'anarchie. Le canzoni e gli avvenimenti che raccontano un'idea di libertà e rivolta (2021) di S.S. Sacchi e le 17 tavole a colori della nuova edizione (2022) del libello satirico Le leggi fondamentali della stupidità umana di C.M. Cipolla.



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