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- XBOX360 Devil May Cry 4 [PAL MULTI5] ITA Incluso -


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Categoria bittorrent XBOX
Descrizione
DEVIL MAY CRY 4

Il tempo con il suo scorrere inesorabile lascia un segno indelebile su tutto ciò che ci circonda: è naturale e il mondo dei videogiochi non sfugge a questa regola. Innovare oggi è arduo ma ancora più difficile è ripristinare fascino e appeal di glorie che negli anni passati ci hanno tenuto incollati alle nostre amate console in memorabili avventure. Per fortuna a questa imprescindibile regola esistono delle eccezioni, delle rare perle in cui i segni del tempo non sembrano farsi sentire, ma che anzi donano nuovo fascino e nuove emozioni. Una di queste eccezioni è il nuovo lavoro dei ragazzi di Capcom, il quarto capitolo di una delle saghe che più ha segnato il mondo dei videogame in casa Sony e che ora approda in grande stile anche su Xbox : Devil May Cry.

Introducing Nero
Nel 2001 fece capolino tra i titoli PS2 un action game che rivoluzionò la concezione stessa della categoria: era il primo Devil May Cry. Il capostipite della serie introduceva un gran numero di novità in diversi settori fino ad allora permeati da una concezione quasi dogmatica e intoccabile, primo fra tutti, la caratterizzazione del protagonista. L’approdo di Dante sulla console Sony diede una forte scossa a tutti coloro che si erano fossilizzati sull’idea classica e un po’ scontata di Eroe - uomo integerrimo con spiccato senso del dovere, valoroso, puro e senza macchia - sconvolgendo i normali canoni di caratterizzazione. Dante, figlio di Sparda, era (ed è) irriverente, dissacrante, sprezzante del pericolo fino all’ostentazione. E in più non è umano: nasconde dentro di sé il segreto potere che gli permette di trasformarsi in demone.
In questa ultima edizione, Capcom decide di introdurre un nuovo protagonista, Nero. A differenza del suo predecessore, Nero è poco più che un ragazzo, dal passato oscuro, che vive in seno alla famiglia di Credo (capo dei Cavalieri dell’Ordine devoto a Sparda) e sua sorella Kyrie. L’introduzione del gioco ce lo fa vedere subito in azione in una rocambolesca corsa verso una cattedrale nella capitale del regno di Fortuna, dove la bella Kyrie si sta esibendo di fronte a una folla di fedeli prima della funzione religiosa.
La poesia del momento viene rotta da una finestra che va in frantumi, mentre una figura dal cappotto rosso si lancia volteggiando sull’altare e prende d’assalto Sanctus, il ministro religioso che officia il rito. Un colpo di pistola e il malcapitato uomo di fede cade a terra morto. In questo frangente Nero fa la conoscenza di Dante (l’assassino) e scopriamo tutte le sue doti di combattente.
Da questo punto in poi la storia si dipana come una caccia all’uomo, Nero che insegue le tracce di Dante, cercando di acciuffarlo e di capire per quale motivo ha compiuto quel gesto efferato. Nel corso della trama, incontreremo diversi personaggi, buoni e cattivi, che metteranno luce sulle vicende narrate e verrà approfondita la vera natura e le origini di Nero.
Come tutti i romanzi di formazione, Nero ci coinvolgerà mentre cerca di scovare se stesso e di capire chi davvero rappresenta, mentre viene approfondito il suo rapporto con Kyrie e Credo.

Il nuovo protagonista di Devil May Cry 4 non ha nulla da invidiare al suo padre putativo Dante, ma anzi riesce in qualche modo a essergli anche superiore. Sarà per la sua tenera età e i suoi modi adolescenziali, per il suo atteggiarsi a duro, ma il personaggio risulta addirittura credibile nelle sue movenze e nei suoi gesti. Al pari di Dante, lo vedremo prendersi gioco del pericolo, sbeffeggiare i suoi avversari (soprattutto quelli più grossi e cattivi) con la sua aria sfrontata. La cosa veramente paradossale in tutto ciò è che guardandolo comportarsi in questo modo l’unica cosa che ci verrà in mente sarà: ‘se lo può permettere!’. Ed è proprio così: Nero trasuda carisma e stile e lo trasmette al giocatore appassionandolo.

Hack ‘n’ Slash
L’ingresso in scena di un nuovo personaggio nella serie ha permesso ai realizzatori di migliorare e ampliare ulteriormente il gameplay. Al pari di Dante, anche Nero è ben equipaggiato sia con un’arma bianca che con una pistola a doppia canna. La spada ha il nome di Red Queen ed è il fulcro principale dell’azione distruttiva della potenza del giovane protagonista. La pistola modificata si chiama Blue Rose e funge da supporto negli innumerevoli attacchi specie per tenere a bada i nemici a lunga distanze. La meccanica di gioco sembra invariata rispetto ai precedenti capitoli: il nostro compito sarà quello di concatenare attacchi in sequenza per avere la meglio su orde numerose di nemici avanzando spietati verso la fine del livello. In realtà le cose stanno diversamente. Infatti Nero ha con sé un asso nella manica (nel senso letterale del termine) che dona nuova linfa vitale al sistema di gioco sì collaudato ma che rischiava di diventare un po’ datato. La novità risiede nel braccio destro di Nero: il Devil Bringer.
Questa nuova feature non è altri che una mutazione demoniaca del braccio del protagonista. Dal colore blu elettrico e squamoso, l’arto di Nero diventa anima pulsante del gioco stesso. Infatti è utilizzabile sia in fase di attacco che in fase di esplorazione. Nel primo caso sarà utilissimo per afferrare i nemici che ci si parano davanti per scagliarli lontano da noi, arrecando ingenti danni ai malcapitati. L’animazione che accompagna le prese effettuate varia a seconda del demone che ci troviamo di fronte: si va dalla semplice schiacciata a terra, fino a mosse più complesse e articolate, di sicuro effetto coreografico. Forse si potrebbe arguire che sarebbe stato molto più eccitante per il giocatore controllare maggiormente la presa, decidendo se scagliare lontano da sé i nemici, o se sbatacchiarli a destra e a manca per il sano gusto di farlo. Indubbiamente, a parte questo piccolo appunto, il Devil Bringer risulta ben integrato nel sistema di combo e di attacchi del gioco, divenendo il suo utilizzo quasi naturale.
Durante le fasi esplorative il braccio demoniaco di Nero ci sarà utile in diversi frangenti. Infatti, potendosi allungare, ci permetterà di raggiungere ed afferrare non solo i nemici ma anche degli item lontani da noi. In aggiunta a questo, il braccio è utilizzabile come rampino. Questa abilità non è per niente nuova in casa Capcom, ricordando palesemente titoli passati come Bionic Commando e il più recente Lost Planet. La differenza con i diretti predecessori sta nel fatto che potremo usare il rampino solo quando sono presenti determinati ganci a cui appenderci. Quindi anche in questo caso ci troviamo di fronte a un utilizzo un po’ limitato delle opzioni dedicate al Devil Bringer. Ma nonostante tutto la scelta fatta dai realizzatori è ottimale ai fini del gioco stesso, che non risulta appesantito dalle decine di nuove mosse che il giovane eroe può compiere.

L’equipaggiamento di Nero, come già accennato, è ricco e vario. Secondo tradizione, il protagonista di Devil May Cry 4 maneggia con disinvoltura una spada enorme, la Red Queen. La nostra fedele amica di acciaio temperato nasconde dentro di sé un segreto potere distruttivo: l’Exceed. Utilizzando il manico come se fosse un acceleratore è possibile ricoprire la lama di benzina per poi incendiarla durante i combattimenti. Il risultato è una moltiplicazione esponenziale dei danni prodotti, accompagnato da animazioni a tema che non mancheranno di lasciare il giocatore a bocca aperta. La quantità di fendenti e mosse aeree e a terra eseguibili con lo spadone è ampia e ampliabile grazie all’acquisizione di nuove opzioni, ingigantendo il bagaglio schermistico del protagonista.
Oltre alla affilata arma bianca, Nero sfodera nel suo arsenale una pistola a doppia canna, la Blue Rose, con cui crivellare di colpi i suoi nemici, inframezzando le raffiche di piombo ai più prosaici ed eleganti attacchi corpo a corpo. Bisogna sottolineare che, rispetto ai passati capitoli il ruolo delle armi da fuoco è stato leggermente ridimensionato: infatti i potenziamenti per la Blue Rose riguardano solo la possibilità di eseguire un colpo potenziato. Non esiste per Nero la possibilità di usare armi diverse dalla sua pistola di default né, tanto meno, la possibilità di modificare i proiettili o altre opzioni del genere.

Per i nostalgici della serie non manca la gradita sorpresa della presenza di Dante come personaggio giocabile durante l’avventura principale. Sarà il Dante adulto dei primi due episodi, corredato dal set di mosse introdotte nel terzo capitolo, con i quattro stili di combattimento e tutte le armi che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare negli anni passati

How does it feel?
Il gameplay di Devil May Cry 4 potrebbe risultare a una prima occhiata difficoltoso e macchinoso, vista la quantità di mosse che il protagonista può effettuare. In realtà le cose risultano più difficili a dirsi che a farsi. La curva di apprendimento è decisamente breve e presto ci troveremo ad affettare liberamente decine di nemici inferociti. A questo bisogna aggiungere che una volta compreso a pieno il meccanismo di gioco, si può continuare a imparare a giocare, scovando nuove combinazioni di mosse. Il sistema di comandi risulta essere estremamente morbido e malleabile, adattabile alla perfezione a ogni stile di combattimento. Dopo poche partite ci sembrerà di aver passato la vita a giocare a Devil May Cry, tanto è perfetto il feeling che avremo con il joypad. E nonostante tutto, dopo innumerevoli sessioni di gioco, avremo sempre qualcosa da scoprire e che ci darà la stessa soddisfazione vincente dei primi successi.
La sostanza del gioco è comunque invariata rispetto ai precedenti capitoli. Ci ritroveremo a percorrere dei livelli (ben 20) con il solo scopo di devastare chiunque ci si pari davanti. Più o meno alla fine di ogni livello ci scontreremo contro un Boss enorme e cattivo. Tra una spadata e l’altra saremo richiamati a risolvere alcuni enigmi semplici e intuitivi, che spezzano un po’ la frenesia del gioco stesso e regalano qualche attimo di tranquillità.
Ogni nostra azione in fase di combattimento verrà valutata accuratamente e ci farà accumulare diversi Punti Stile. Più saremo bravi, maggiori saranno i punti che ricaveremo, per giungere alla valutazione massima della triple S (Smokin’ Sick Style). Il sistema di punti non è fine a se stesso. Alla fine di ciascuna missione saremo sottoposti a una vera e propria valutazione, in base alla quale verremo ricompensati in Anime Fiere. Questo item è fondamentale per acquistare i potenziamenti delle armi, delle abilità e del Devil Bringer. Quindi nulla è lasciato al caso.
Giocare a Devil May Cry 4 è divertente e appagante, anche se bisogna ammettere che ancora non abbiamo raggiunto il livello di perfezione che ci saremmo aspettati. Come già denunciato negli scorsi episodi, la più grande pecca del gioco rimane la gestione della telecamera. Di base la telecamera dovrebbe essere saldamente ancorata alle spalle del protagonista per seguirlo nelle varie evoluzioni. Nelle situazioni più concitate è possibile spostare la visuale per trovare la prospettiva migliore. Questa manovra però talvolta risulta frustrata da un comportamento troppo poco permissivo della centratura della telecamera: nel bel mezzo di una combo può accadere che il nostro posizionamento manuale sia completamente annullato senza alcun motivo dall’auto-center del nostro occhio digitale. Considerando che le combo vengono costruite in base alla posizione del personaggio rispetto all’angolazione della visuale, potrete immaginare come questo comportamento bislacco della telecamera possa diventare deleterio ai fini del gioco stesso. Ci sentiamo di dire però che al di là di questa descrizione un po’ drammatica, i problemi sono assolutamente risolvibili con un po’ di attenzione e di buon senso e che quasi mai ci siamo trovati a dover rifare un livello per una mera questione di telecamera. Quindi bisogna comunque dare un giusto peso a queste considerazioni e non credere che il gioco sia ingovernabile!

A colorful patchwork
Dal punto di vista grafico, DMC 4 si presenta come un florilegio di colori, distanziandosi leggermente dalle produzioni precedenti. Infatti, se da un lato l’ambientazione risulta essere ancora gotica e molto affossante, dall’altra ci troviamo di fronte a delle scelte cromatiche variopinte e brillanti. Basti pensare che i nemici più frequenti, gli spaventapasseri, sono un collage di tessuti di diversi colori che vanno dal giallo al celeste al viola. Il livello ambientato nella foresta è un tripudio di luce, con verdi sgargianti e molto appariscenti, luminoso e avvolgente.
Queste soluzioni grafiche dettano un nuovo standard nell’evoluzione della serie videoludica, creando quel giusto mix di passato e presente che appaga il giocatore più nostalgico e ammalia il neofita alle prime esperienze.
Una menzione di merito alla gestione dell’illuminazione. Ci troviamo di fronte a una realizzazione a dir poco sublime. I giochi di luce negli ambienti chiusi servono a creare quel giusto pathos per sottolineare la drammaticità delle scene che vi si svolgono. D’altro canto all’aperto, la luce del sole è perfettamente ricreata sia come intensità che come calore.
Altro punto forte del gioco sono gli effetti speciali che corredano l’azione. Ogni colpo sferrato da Nero (o da Dante) sarà sempre sottolineato dallo splendente riverbero della spada e da esplosioni ottimamente realizzate e ben integrate nel contesto. Bisogna dare atto ai programmatori e complimentarsi con loro per non aver esagerato nella pomposità dei corollari all’azione. Le fiammate, gli impatti, le scintille delle lame che si infrangono sono di un livello altissimo, ma nonostante tutto risultano essere poco invadenti, raggiungendo un equilibrio ottimale che non stanca l’occhio del giocatore.
Graficamente parlando quindi Devil May Cry risulta vincente sotto ogni punto di vista, da ultimo il concept dei mostri e dei boss di fine livello, sempre ripugnanti e aggressivi, armati fino ai denti ed enormi. Una cosa da notare sta nel fatto che rispetto allo scorso episodio della saga i nemici risultano essere un po’ più statici. Non che siano fermi, al contrario, ma in Devil May Cry 3 ci siamo trovati di fronte a demoni con intenzioni bellicose e molto intraprendenti. La spiegazione sta nel fatto che comunque all’epoca veniva introdotta la variazione degli stili di combattimento, tra cui il Royal Guard. Appare ovvio che per sfruttare a pieno questa modalità di lotta ci dovesse essere un adeguamento dell’intelligenza artificiale degli avversari rivolta verso un’aggressività più spiccata. D’altronde, questo non vuole assolutamente significare che DMC 4 sia un gioco facile anzi, saprà dare del filo da torcere anche ai giocatori più smaliziati.

Sounds good
L’aspetto sonoro del gioco non ha nulla da invidiare alla sua controparte visiva. Le musiche sono ben realizzate e sottolineano gli avvenimenti che si svolgono sullo schermo con coerenza. Maestosa e poetica, la canzone che ci accompagna durante tutta l’introduzione ne è un esempio lampante. Durante i combattimenti si ha un brusco cambio di registro e da una musica quasi sinfonica e barocca, si passa a un ritmo martellante e metal, che dà brio e coinvolge ulteriormente il giocatore. Forse alla lunga la traccia metal risulta un po’ ripetitiva, ma una volta immersi nell’azione non ci si fa più caso, impegnati come si è a distruggere intere legioni di demoni inferociti!
Il doppiaggio è in inglese sottotitolato e possiamo affermare che ci attestiamo su livelli discreti, senza infamia e senza lode. Abbiamo sentito di meglio, ma d’altro canto abbiamo sentito (anche troppo spesso) di peggio!

Life is short…?
DMC 4 è un grande gioco, su questo non ci piove, ma in più è anche un gioco grande! I livelli sono ben 20, a cui si sommano più di 10 missioni segrete sparse qua e là. Il livello di difficoltà è ben calibrato e cresce con il proseguire della storia, impegnando il giocatore per molte ore. A questo si aggiunge la psicosi da valutazione: chiunque sarà spinto a fare sempre meglio per guadagnare il maledetto grado S per ogni missione, facendo impennare a dismisura il fattore rigiocabilità.
Come se tutto questo non fosse abbastanza, è stata allestita anche una classifica mondiale in cui chiunque può vedere il proprio ranking e cercare di raggiungere la vetta di questo Olimpo degli acchiappa demoni! Purtroppo questa è l’unica feature che sfrutti la connettività della console. Ci saremmo aspettati una avventura in cooperativa che avrebbe allungato ancora di più la longevità già enorme di questo titolo, rendendolo praticamente eterno. C’è però da dire che DMC è nato come gioco in single player e come tale continuerà a svilupparsi. E’ una sfida tra l’umano e i demoni che non può essere divisa con nessuno. Ma nonostante queste considerazioni, è palese che una virata verso il multiplayer sarebbe stata una sorpresa gradita che avrebbe fatto felice anche i giocatori più tradizionalisti.
Un piccolo appunto va sul trattamento riservato al territorio europeo per la pubblicazione di una Collector's edition quanto mai scarna. Se i nostri cugini d'oltreoceano si sono potuti accaparrare un disco bonus con il Making Of e ben sei episodi dell'anime tratto dal videogioco, noi ci siamo dovuti accontentare di una confezione in metallo e di un booklet un po' più approfondito. A quanto pare non siamo dei veri collezionisti agli occhi della Capcom!

The end
Per tirare le somme, possiamo affermare che Capcom ama la saga di Devil May Cry e non vuole assolutamente che si perda la sua memoria. Ha sfornato l’ennesimo capolavoro, flessibile e maneggevole per la sua giocabilità, preciso nella realizzazione, dai compromessi minimi e che non lascia tregua al giocatore. In poche parole un must have per chiunque voglia riassaporare le atmosfere tipiche di DMC di cui siamo a digiuno da diversi anni e soprattutto per chi ancora non ha avuto modo di provare questo titolo.

Voto Gamerankings 83,5%

Il gioco non necessita di alcun fix con xdvdmulleter,gia' pronto da masterizzare.
Info: Per scaricare devi usare un client come uTorrent o Transmission
AnnounceURL
http://vip.tracker.thepiratebay.org/announce
Hash f7960e6d9314bb0178a825a3aa167a4c9b202ba3
Peers seeds: 2 , leech: 33
Size 6.67 GB
Completato 11x
Aggiunto 21.02.08 - 19:02:17
Uploader Anonymous
Votazione (Voti: 1)


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