| Descrizione | ] L\'anziano capomafia Gaetano Bennici, detto Tano U Greco (Giuseppe Lo Presti), si accorda col commissario Salvo Montalbano (Luca Zingaretti) per farsi arrestare, perchè ormai il suo tempo è passato e nuove leve stanno emergendo, pronte a farlo fuori.
Durante il trasferimento in carcere del vecchio, alcuni malavitosi, avvisati da una talpa, uccidono i poliziotti che lo stavano accompagnando e lo feriscono gravemente: in fin di vita, Tano riesce comunque a rivelare al commissario l\'esistenza di una grotta piena d\'armi, situata fuori paese.Casualmente, Montalbano trova una camera segreta all\'interno del deposito, contenente i resti di un misterioso delitto di due giovani accaduto 50 anni prima, con un cane di terracotta a loro custodia: uno strano rituale, descritto anche sul Corano. E grazie al suo ex-preside di scuola Burgio (Pippo Pattavino), il commissario risale a Lillo Rizzitano (Leopoldo Trieste), colui il quale allestì il deposito nel 1941, durante la guerra.
Ma, offesi dall\'accordo tra Tano e Salvo, i mafiosi gli tendono un agguato, da cui Montalbano riesce fortunosamente ad uscirne illeso, anche se con una pallottola che gli ha perforato il colon è costretto ad una lunga degenza in ospedale. Montalbano è incuriosito da questo ritrovamento e impiega il periodo di convalescenza per cercare di svelare il mistero della grotta. Documentandosi sui rituali funebri antichi, scopre delle affinità fra la macabra messa in scena della grotta e il mito della grotta di Efesto. Alcuni anziani raccontano al commissario la misteriosa sparizione, proprio nei primi anni Quaranta, di una certa Lisetta e di suo cugino Lillo, il proprietario del terreno dove si trova la grotta laureatosi proprio con una tesi sul mito di Efesto. Montalbano riesce a ritrovare Lillo, ancora vivo ma residente in un\'altra città, che gli racconta che una notte del 1943 Lisetta si rifugiò a casa sua sconvolta.
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